leretico ha scritto:Da quello che ho letto si faceva dare dai 40 ai 60 euri dai partecipanti come contributo alle spese di noleggio della location. Moltiplicando la cifra per una 20ina di persone mi sa che un po' di cresta per lei rimanga.
ah beh se e' per questo circola tutto ed il contrario di tutto su questa faccenda: gia' il fatto che girino diverse cifre del tutto discordanti lascia molto da pensare esattamente come non si sa ad esempio cosa era incluso o meno nella serata (cena inclusa? bevande a vcolonta'? pizza birra e trombata? personale del locale da pagare?).
tanto per farti un esempio concreto chi si organizza fino ad un w.e. bdsm o trombereccio per una quindicina di persone senza scopo di lucro raggiunge o supera con una certa facilita' gli 800/1000 euro di spesa solo per noleggiare una struttura adatta e garantire un minimo di bevande, alcoolici e cibo dignitoso per tutti, e sempre nell'ipotesi che ci si arrangi e non ci sia personale di sorta da pagare.
e non stiamo parlando di qualcuno che ha accesso a grossisti o fornitori particolarmente convenienti o di prive' convenzionati dove il titolare se vuole si mette d'accordo sull'ingresso o su quello che ti puo' chiedere come noleggio, stiamo parlando di una cosa fatta seguendo canali "tradizionali".
Di concreto alla fine non c'e' molto se non un accanirsi non per la qualita' dell'insegnamento ma per scelte fatte all'interno della propria vita privata.
Quello che davvero non capisco, Kronos, è come puoi pensare che una persona con "vizi" del genere non influisca sulla mente di ragazzi di 11-12 anni in maniera pesante e, potenzialmente, negativa perchè si scontra con i valori che la famiglia ha con ogni probabilità trasmesso.
quali valori, quelli che si leggono su notadisciplinare.it ?
ribadisco se la persona in questione ha fatto il suo lavoro, se ha insegnato senza che vita privata ed insegnamento si mescolassero (e nessuno mette in discussione l'operato in se' fino a prova contraria), non vedo perche' la si debba penalizzare come e' accaduto in questa faccenda.
Altra faccenda sarebbe stata se avesse abusato del ruolo di docente o non avesse fatto il suo dovere di insegnante, ma cosi' non e' stato, ergo e' perfettamente inutile darle addosso.
Tu dici che in ambito sanitario la cosa ha un senso, ma nella scuola no. Come dire che dobbiamo evitare che venga colpito il fisico, ma se è lo spirito che viene rovinato sia pure.
perche' l'ambiente in cui vivono oggi i ragazzi non e' forse di gran lunga piu' corrotto e corruttibile?
forse che il sessismo dilagante della pubblicita' o i modelli "perbene" di riferimento sociali non sono devastanti dello spirito?
l'incapacita' di comunicazione o i problemi di alcoolismo e/o di droga che i giovanissimi vivono sono frutto di una che nella vita privata si diverte come meglio crede?
ma per piacere..
sul discorso sanita' ti faccio presente che le possibilita' di rischio di infezione sono di per se' estremamente alte nel settore proprio perche' maggiore e' da parte degli operatori la possibilita' di venire a contatto con patologie infettive gravi: per questo oltre che la profilassi standard il buon senso impone un limite preciso, fosse solo per la prima regola basilare che ti insegnano ovvero "non nuocere".
E' quando ci sono casi come questo che sento la mancanza di un organo che disciplini la deontologia per i professori (come esiste, appunto, per i medici); starebbe ad esso decidere se la sua presunta vita privata sia conciliabile con la sua funzione. Morale ed etica professionale spesso non coincidono.
la funzione di controllo esiste ed e' garantita dalle autorita' vigenti: che poi funzionino o meno e' problema del tutto italiano.
Paragonare poi la deontologia medica con quella dell'insegnamento mi pare molto azzardato: e' come mettere in similitudine mele con bulloni.