Stai parlando in astratto, con un livello di sicurezza e convinzione che meritano altri temi. Che ne sai davvero, della realtà che vivono le donne? Non hai mai avuto nemmeno il timore di uscire dall’ufficio prima delle 19 perché hai paura che quando esci non ci sia nessuno e ti sentiresti minacciata.giorgiograndi ha scritto: ↑26/01/2024, 14:20Ma dai, suvvia, che banalita'.
Il prossimo passo direi che potrebbe essere il "Compelled Speech" con un bel taglio alla liberta' di parola e di espressione, il tutto per proteggere i sentimenti di qualche minoranza.
Qualcuno potrebbe alzare di dito e dire "oh ok, poverini... ma tutti gli altri?"
E la risposta tuonante "gli altri sono i bianchi eterosessuali che dominano l'oppressiva societa' patriarcale che e' il male di tutti i mali"
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Le donne hanno l'opportunita' di studiare e formarsi come gli uomini (pari opportunita').
Se vuoi pretendere parita' di risultati (da quello che comprendo lo consideri un problema), hai evidentemente perso il lume della ragione.
Non e' possibile, le donne sono diverse dagli uomini: pensano in maniera diversa, reagiscono in maniera diversa, hanno interessi diversi e affrontano il lavoro, i problemi e la competizione in maniera molto, molto diversa.
La diversita' di risultati e' conseguenza delle differenze biologiche, non della mancanza di opportunita'.
Certo, non lo so nemmeno io e taccio rispettosamente e prendo in considerazione che quello che denunciano molte di loro sia plausibile.
Ma poi, in tre quarti del mondo di oggi, non è evidentissima la condizione femminile? E non è evidentissimo che anche quando togli dal potere i talebani la società civile ci mette comunque generazioni a cambiare. E perché in Europa dovrebbe essere diverso? Il voto alle donne in Svizzera è del 1971. Che lo stupro sia un crimine contro la persona in Italia [ e non contro la morale) lo abbiamo capito nel 1996. Ci vogliono generazioni e ci sono resistenze.
Sei dalla parte del cambiamento o della resistenza?