[OT] Signore e signori: la guerra.
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Aereo usa per il comando strategico schierato in Islanda.
Teoricamente dovrebbe funzionare da alternativa al comando a terra quando questo e’ distrutto, Durante la guerra fredda 1 aereo di questo tipo era sempre in volo.
Perché ora rischierato in Islanda ? Mossa volta a lanciare un messaggio o esigenza operativa ?
Teoricamente dovrebbe funzionare da alternativa al comando a terra quando questo e’ distrutto, Durante la guerra fredda 1 aereo di questo tipo era sempre in volo.
Perché ora rischierato in Islanda ? Mossa volta a lanciare un messaggio o esigenza operativa ?
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Aggiungo come dissi al povero helmuttone che l'instabilità algerina è cronica
Idrocarburi e Russia: la beffa algerina e nordafricana
Per non comprare il gas dalla Russia che ha invaso l’Ucraina, lo compriamo dall’Algeria che coopera militarmente con la Russia e da Paesi che comprano e ci rivendono il diesel di Mosca
[28 Febbraio 2023]
La recente visita della nostra primo ministro Giorgia Meloni in Algeria – dove ha firmato lucrosi accordi gasieri già stipulati da Eni e dal governo Draghi – è stata giustificata e pubblicizzata con la necessità di affrancarsi definitivamente dalla schiavitù dal gas e dal diesel russo di Vladimir Putin che ha invaso l’Ucraina e per isolarlo strategicamente dai suoi alleati.
La manovra sembra riuscita per l’acquisto ma non certo per le alleanze geopolitiche e militari. Se i mercenari russi della Wagner sono ancora ben presenti in Libia e sempre più ferocemente attivi nel Sahel, il 26 febbraio la televisione di Stato algerina ha annunciato che «Il tenente generale Said Chengriha, Capo di Stato maggiore dell’Esercito dell’Algeria ha discusso della cooperazione militare e dei modi per rafforzarla con il segretario del Consiglio di Sicurezza della Federazione della Russia, Nikolai Patrushev. Chengriha ha ricevuto l’esponente russo in visita in Algeria a capo di un’importante delegazione» e che algerini e russi «Si sono scambiati analisi e punti di vista su temi di comune interesse».
Come se non bastasse, il capo dell’esercito algerino ha sottolineato che «Questa visita testimonia la ferma ed esplicita volontà dei nostri due Paesi di rafforzare il partenariato strategico e storico che caratterizza le nostre relazioni bilaterali, in particolare nel campo della cooperazione militare. Credo che lo sforzo per contribuire all’instaurazione della pace e dello sviluppo sostenibile, a cui l’Algeria e la Federazione Russa sono associate, nel rispetto della sovranità degli Stati, sia pienamente compatibile con i principi consolidati e storici sulla base dei quali si sono sviluppati stretti rapporti di cooperazione bilaterale, a loro volta basati sulla fiducia reciproca e sui comuni interessi dei due Paesi»,
Da parte sua, Patrushev ha sottolineato «La profondità delle relazioni storiche che uniscono Algeria e Russia», elogiando «Il ruolo centrale dell’Algeria e i suoi grandi sforzi per portare pace e stabilità nella regione». Sorvolando evidentemente sul fatto che l’Algeria ha rotto le relazioni diplomatiche con il confinante Marocco, che il governo in carica è stato eletto dal 10% degli elettori mentre il 90% è rimasto a casa pur di non votare in elezioni truccate e per eleggere esponenti di un governo che ritiene corrotto e che, per esempio, oggi in Algeria i sindacati indipendenti scioperano per la libertà di stampa che verrebbe ulteriormente diminuita da una nuova legge del governo. Ma se su queste cose sorvolano le democrazie occidentali («Siamo in luna di miele con l’Italia», ha detto il governo algerino) possono farlo ancora con minore imbarazzo i russi.
Il giornale algerino El Watan fa notare che «La visita dell’esponente russo arriva pochi giorni dopo che la presidenza algerina aveva annunciato un’attesa visita del presidente Abdelmadjid Tebboune in Russia il prossimo maggio. L’Algeria, secondo gli osservatori, è uno dei più importanti alleati militari di Mosca nel continente africano, nonché uno dei maggiori clienti di armi russe nella regione».
Ecco, l’Italia ed ENI hanno stretto ancora di più un’alleanza fossile con un Paese non solo notoriamente amico, ma anche alleato militare della Russia, spacciandola per un’alleanza per isolare la Russia. D’altronde da chi dice che il petrolio e il gas Algerini servono alla nostra sovranità energetica – e invece abbiamo cambiato (parzialmente) solo spacciatore di idrocarburi – ci si possono solo aspettare questo ed altri artifici propagandistici che prendono a ceffoni il buonsenso e la realtà e la geopolitica.
E che qualcosa non funzioni nella narrazione fossile sulle importazioni energetiche dall’Africa lo fa capire anche l’insospettabile Wall Street Journal (WSJ) che, citando analisti commerciali, ha rivelato che «Mentre le esportazioni petrolchimiche dalla regione hanno registrato un aumento significativo, le nazioni nordafricane hanno aumentato drasticamente le importazioni di diesel russo e altri prodotti petroliferi raffinati».
Insomma, secondo il WSJ, gli esperti del settore sono preoccupati perché il diesel e gli altri prodotti petrolchimici russi sanzionati in Occidente vengono importati a basso costo dai Paesi arabi nordafricani e poi, mescolati con altri prodotti, ci vengono rivenduti a prezzi più alti. Come scrive irridente la televisione putiniana RT, «La procedura nasconde efficacemente l’origine ultima dei prodotti, minando gli sforzi degli stati occidentali per estromettere i combustibili fossili russi dalle loro economie».
E tra gli insospettabili amkici dei russi spunta il Paese che in questi giorni è – insieme al Qatar – al disonore delle cronache per la corruzione degli europarlamentari: secondo gli analisti della società di dati sul mercato delle materie prime Kpler, «Le importazioni di diesel russo dal Marocco sono salite a 2 milioni di barili a gennaio rispetto ai circa 600.000 barili registrati durante l’intero 2021 e altri 1,2 milioni di barili saranno spediti nel Paese questo mese».
Ma non basta «La Tunisia ha incrementato gli acquisti di gasolio russo, gasolio, benzina e nafta, tradizionalmente utilizzati per produrre prodotti chimici e plastica, a 2,8 milioni di barili a gennaio e si prevede che importerà altri 3,1 milioni di barili a febbraio». E Kpler ha anche registrato «Un aumento delle importazioni da Algeria, Egitto e Libia».
Viktor Katona, analista petrolifero senior di Kpler, fa notare in un’intervista al Wall Street Journal che «I volumi assorbiti dai Paesi nordafricani sono troppo perche li possano gestire loro. Alcuni dei prodotti russi raggiungeranno l’Europa. Fidatevi di me, non stiamo assistendo a un rinascimento nella raffinazione del Maghreb».
I porti nordafricani sono considerati convenienti per le navi russa cariche di prodotti petrolchimici che salpano dal Mar Baltico perché le rotte non sono molto più lunghi dei viaggi pre-sanzioni verso i porti europei. Questo consente alla Russia di mantenere bassi i costi di spedizione e impedisce alla sua flotta limitata di petroliere di rimanere bloccata in lunghi viaggi verso l’Asia o altrove.
Il WSJ cita Andreas Economou, capo della ricerca petrolifera all’Oxford Institute for Energy Studies: « Se volessimo reagolamentarlo, come potremmo farlo? Se un carico proviene per il 51% dal Marocco e per il 49% dalla Russia, come fai a scoprirlo?»
Jorge Leon, vicepresidente senior di Rystad Energy, conferma che le importazioni in crescita di gasolio russo in nord Africa hanno sostituito in parte quelle dei tradizionali fornitori della regione: Medio Oriente e Nord America, «Suggerendo che parte dell’attività sia solo una caccia al business».
Ma è chiaro che la Russia sta utilizzando il ventre molle nordafricano per beffare governi come il nostro che vogliono farci credere di comprare gas, petrolio e derivati da Paesi che sono nostri fedeli alleati e che invece vanno più che volentieri a letto con “il nemico”
Non a caso, la scorsa settimana David O’Sullivan, incaricato Ue per le sanzioni alla Russia, aveva detto al Financial Times che l’Ue e i suoi alleati avevano iniziato a indagare su un aumento delle esportazioni verso i Paesi confinanti con la Russia perché sospèettavano che i prodotti sanzionati entrassero in Russia dalla porta di servizio.
L’Ue è ormai alla decima tornata di sanzioni anti-russe dall’inizio della guerra in Ucraina, ma il Cremlino continua a ripetere che le sanzioni sono illegittime e inefficaci e che le restrizioni causano maggiori danni a chi le ha varate, facendo notare che finora nessun Paese ha mai cambiato politica a causa della pressione delle sanzioni.
E a cambiare la politiche del doppio forno e dell’alleanza con la Russia non saranno certo l’Algeria e gli altri governi dittatoriali e autoritari dei Paesi arabi, che si trovano nella “felice” situazione di essere considerati alleati indispensabili per “l’indipendenza” energetica europea e che ricevono patenti di affidabilità dagli stessi Paesi che fanno finta di non vedere i loro traffici, i loro trucchi e la loro rinnovata alleanza di business e militare con la Russia di Vladimir Putin.
Idrocarburi e Russia: la beffa algerina e nordafricana
Per non comprare il gas dalla Russia che ha invaso l’Ucraina, lo compriamo dall’Algeria che coopera militarmente con la Russia e da Paesi che comprano e ci rivendono il diesel di Mosca
[28 Febbraio 2023]
La recente visita della nostra primo ministro Giorgia Meloni in Algeria – dove ha firmato lucrosi accordi gasieri già stipulati da Eni e dal governo Draghi – è stata giustificata e pubblicizzata con la necessità di affrancarsi definitivamente dalla schiavitù dal gas e dal diesel russo di Vladimir Putin che ha invaso l’Ucraina e per isolarlo strategicamente dai suoi alleati.
La manovra sembra riuscita per l’acquisto ma non certo per le alleanze geopolitiche e militari. Se i mercenari russi della Wagner sono ancora ben presenti in Libia e sempre più ferocemente attivi nel Sahel, il 26 febbraio la televisione di Stato algerina ha annunciato che «Il tenente generale Said Chengriha, Capo di Stato maggiore dell’Esercito dell’Algeria ha discusso della cooperazione militare e dei modi per rafforzarla con il segretario del Consiglio di Sicurezza della Federazione della Russia, Nikolai Patrushev. Chengriha ha ricevuto l’esponente russo in visita in Algeria a capo di un’importante delegazione» e che algerini e russi «Si sono scambiati analisi e punti di vista su temi di comune interesse».
Come se non bastasse, il capo dell’esercito algerino ha sottolineato che «Questa visita testimonia la ferma ed esplicita volontà dei nostri due Paesi di rafforzare il partenariato strategico e storico che caratterizza le nostre relazioni bilaterali, in particolare nel campo della cooperazione militare. Credo che lo sforzo per contribuire all’instaurazione della pace e dello sviluppo sostenibile, a cui l’Algeria e la Federazione Russa sono associate, nel rispetto della sovranità degli Stati, sia pienamente compatibile con i principi consolidati e storici sulla base dei quali si sono sviluppati stretti rapporti di cooperazione bilaterale, a loro volta basati sulla fiducia reciproca e sui comuni interessi dei due Paesi»,
Da parte sua, Patrushev ha sottolineato «La profondità delle relazioni storiche che uniscono Algeria e Russia», elogiando «Il ruolo centrale dell’Algeria e i suoi grandi sforzi per portare pace e stabilità nella regione». Sorvolando evidentemente sul fatto che l’Algeria ha rotto le relazioni diplomatiche con il confinante Marocco, che il governo in carica è stato eletto dal 10% degli elettori mentre il 90% è rimasto a casa pur di non votare in elezioni truccate e per eleggere esponenti di un governo che ritiene corrotto e che, per esempio, oggi in Algeria i sindacati indipendenti scioperano per la libertà di stampa che verrebbe ulteriormente diminuita da una nuova legge del governo. Ma se su queste cose sorvolano le democrazie occidentali («Siamo in luna di miele con l’Italia», ha detto il governo algerino) possono farlo ancora con minore imbarazzo i russi.
Il giornale algerino El Watan fa notare che «La visita dell’esponente russo arriva pochi giorni dopo che la presidenza algerina aveva annunciato un’attesa visita del presidente Abdelmadjid Tebboune in Russia il prossimo maggio. L’Algeria, secondo gli osservatori, è uno dei più importanti alleati militari di Mosca nel continente africano, nonché uno dei maggiori clienti di armi russe nella regione».
Ecco, l’Italia ed ENI hanno stretto ancora di più un’alleanza fossile con un Paese non solo notoriamente amico, ma anche alleato militare della Russia, spacciandola per un’alleanza per isolare la Russia. D’altronde da chi dice che il petrolio e il gas Algerini servono alla nostra sovranità energetica – e invece abbiamo cambiato (parzialmente) solo spacciatore di idrocarburi – ci si possono solo aspettare questo ed altri artifici propagandistici che prendono a ceffoni il buonsenso e la realtà e la geopolitica.
E che qualcosa non funzioni nella narrazione fossile sulle importazioni energetiche dall’Africa lo fa capire anche l’insospettabile Wall Street Journal (WSJ) che, citando analisti commerciali, ha rivelato che «Mentre le esportazioni petrolchimiche dalla regione hanno registrato un aumento significativo, le nazioni nordafricane hanno aumentato drasticamente le importazioni di diesel russo e altri prodotti petroliferi raffinati».
Insomma, secondo il WSJ, gli esperti del settore sono preoccupati perché il diesel e gli altri prodotti petrolchimici russi sanzionati in Occidente vengono importati a basso costo dai Paesi arabi nordafricani e poi, mescolati con altri prodotti, ci vengono rivenduti a prezzi più alti. Come scrive irridente la televisione putiniana RT, «La procedura nasconde efficacemente l’origine ultima dei prodotti, minando gli sforzi degli stati occidentali per estromettere i combustibili fossili russi dalle loro economie».
E tra gli insospettabili amkici dei russi spunta il Paese che in questi giorni è – insieme al Qatar – al disonore delle cronache per la corruzione degli europarlamentari: secondo gli analisti della società di dati sul mercato delle materie prime Kpler, «Le importazioni di diesel russo dal Marocco sono salite a 2 milioni di barili a gennaio rispetto ai circa 600.000 barili registrati durante l’intero 2021 e altri 1,2 milioni di barili saranno spediti nel Paese questo mese».
Ma non basta «La Tunisia ha incrementato gli acquisti di gasolio russo, gasolio, benzina e nafta, tradizionalmente utilizzati per produrre prodotti chimici e plastica, a 2,8 milioni di barili a gennaio e si prevede che importerà altri 3,1 milioni di barili a febbraio». E Kpler ha anche registrato «Un aumento delle importazioni da Algeria, Egitto e Libia».
Viktor Katona, analista petrolifero senior di Kpler, fa notare in un’intervista al Wall Street Journal che «I volumi assorbiti dai Paesi nordafricani sono troppo perche li possano gestire loro. Alcuni dei prodotti russi raggiungeranno l’Europa. Fidatevi di me, non stiamo assistendo a un rinascimento nella raffinazione del Maghreb».
I porti nordafricani sono considerati convenienti per le navi russa cariche di prodotti petrolchimici che salpano dal Mar Baltico perché le rotte non sono molto più lunghi dei viaggi pre-sanzioni verso i porti europei. Questo consente alla Russia di mantenere bassi i costi di spedizione e impedisce alla sua flotta limitata di petroliere di rimanere bloccata in lunghi viaggi verso l’Asia o altrove.
Il WSJ cita Andreas Economou, capo della ricerca petrolifera all’Oxford Institute for Energy Studies: « Se volessimo reagolamentarlo, come potremmo farlo? Se un carico proviene per il 51% dal Marocco e per il 49% dalla Russia, come fai a scoprirlo?»
Jorge Leon, vicepresidente senior di Rystad Energy, conferma che le importazioni in crescita di gasolio russo in nord Africa hanno sostituito in parte quelle dei tradizionali fornitori della regione: Medio Oriente e Nord America, «Suggerendo che parte dell’attività sia solo una caccia al business».
Ma è chiaro che la Russia sta utilizzando il ventre molle nordafricano per beffare governi come il nostro che vogliono farci credere di comprare gas, petrolio e derivati da Paesi che sono nostri fedeli alleati e che invece vanno più che volentieri a letto con “il nemico”
Non a caso, la scorsa settimana David O’Sullivan, incaricato Ue per le sanzioni alla Russia, aveva detto al Financial Times che l’Ue e i suoi alleati avevano iniziato a indagare su un aumento delle esportazioni verso i Paesi confinanti con la Russia perché sospèettavano che i prodotti sanzionati entrassero in Russia dalla porta di servizio.
L’Ue è ormai alla decima tornata di sanzioni anti-russe dall’inizio della guerra in Ucraina, ma il Cremlino continua a ripetere che le sanzioni sono illegittime e inefficaci e che le restrizioni causano maggiori danni a chi le ha varate, facendo notare che finora nessun Paese ha mai cambiato politica a causa della pressione delle sanzioni.
E a cambiare la politiche del doppio forno e dell’alleanza con la Russia non saranno certo l’Algeria e gli altri governi dittatoriali e autoritari dei Paesi arabi, che si trovano nella “felice” situazione di essere considerati alleati indispensabili per “l’indipendenza” energetica europea e che ricevono patenti di affidabilità dagli stessi Paesi che fanno finta di non vedere i loro traffici, i loro trucchi e la loro rinnovata alleanza di business e militare con la Russia di Vladimir Putin.
DEMENTIA JOE PRESIDENT OF FREEDONIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GIORGIA
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- GeishaBalls
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Intanto in Russia l’economia va così (sole24ore, morning)
Il rublo ha perso il 20% del suo valore dal mese di dicembre e oggi ne servono 75 per fare un dollaro, a luglio ne bastavano 50. Cosa significa?Innanzitutto che funzionano le misure di price cap europee su gas e petrolio. Perché sono crollate le entrate di Mosca. Che ora deve vendere al ribasso il suo greggio a Cina e India: lo sconto russo, rispetto alla quotazione ordinaria del Brent, è salito a oltre 29 dollari al barile (la quotazione è intorno agli 80 dollari).Anche se il rublo debole aiuta le esportazioni, riduce però il flusso di risorse verso il bilancio pubblico. Nel momento in cui la spesa aumenta per la guerra e la voce difesa è ormai il 4,1% del Pil.Per sostenere le sue finanze e per non far precipitare il rublo Mosca vende valuta cinese: 54 miliardi di rubli in renmimbi solo in gennaio. Partita delicata e non infinita: nel complesso, le riserve russe sono 580 miliardi di dollari, ma 300 sono bloccati dall'Occidente e non disponibili.La Cina, quindi, sta salvando la Russia che, giorno dopo giorno, ne diventa sempre più dipendente. Ma Pechino può fare poco o nulla sull'inflazione, corollario del rublo debole. In un anno, l'avanzo delle partite correnti russe è crollato del 69 per cento. Così il caro vita si sente: il tasso ufficiale è al 12%, tendente al 15 per cento. La vita reale è diversa. Un caso? Un chilo di cetrioli in pochi mesi è aumentato del 64 per cento.
Il rublo ha perso il 20% del suo valore dal mese di dicembre e oggi ne servono 75 per fare un dollaro, a luglio ne bastavano 50. Cosa significa?Innanzitutto che funzionano le misure di price cap europee su gas e petrolio. Perché sono crollate le entrate di Mosca. Che ora deve vendere al ribasso il suo greggio a Cina e India: lo sconto russo, rispetto alla quotazione ordinaria del Brent, è salito a oltre 29 dollari al barile (la quotazione è intorno agli 80 dollari).Anche se il rublo debole aiuta le esportazioni, riduce però il flusso di risorse verso il bilancio pubblico. Nel momento in cui la spesa aumenta per la guerra e la voce difesa è ormai il 4,1% del Pil.Per sostenere le sue finanze e per non far precipitare il rublo Mosca vende valuta cinese: 54 miliardi di rubli in renmimbi solo in gennaio. Partita delicata e non infinita: nel complesso, le riserve russe sono 580 miliardi di dollari, ma 300 sono bloccati dall'Occidente e non disponibili.La Cina, quindi, sta salvando la Russia che, giorno dopo giorno, ne diventa sempre più dipendente. Ma Pechino può fare poco o nulla sull'inflazione, corollario del rublo debole. In un anno, l'avanzo delle partite correnti russe è crollato del 69 per cento. Così il caro vita si sente: il tasso ufficiale è al 12%, tendente al 15 per cento. La vita reale è diversa. Un caso? Un chilo di cetrioli in pochi mesi è aumentato del 64 per cento.
- Drogato_ di_porno
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
la cosa (si fa per dire) più divertente è vedere un continente (quello europeo) che fino agli inizi del secolo scorso era all'apice della sua potenza, sconfitto militarmente (anche se un paio di Paesi sostengono di aver vinto militarmente e/o "moralmente") in due guerre mondiali, oggetto di spartizione fra due potenze totalmente o in gran parte extra-europee durante la Guerra Fredda, oggi costretto a fare la bella faccia mentre gli tirano la giacchetta "di qua e di là".
sono un analfabeta funzionante
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
non so se i nostri media ne parleranno ma segnalo che poco fa l'esercito per la libertà e democrazia per la prima volta ha sconfinato a Mordor, prendendo due villaggi, facendo parecchi ostaggi e ci sono dei morti.
è sempre amore!
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Dunque falliscono domani?GeishaBalls ha scritto: ↑02/03/2023, 6:52Intanto in Russia l’economia va così (sole24ore, morning)
Il rublo ha perso il 20% del suo valore dal mese di dicembre e oggi ne servono 75 per fare un dollaro, a luglio ne bastavano 50. Cosa significa?Innanzitutto che funzionano le misure di price cap europee su gas e petrolio. Perché sono crollate le entrate di Mosca. Che ora deve vendere al ribasso il suo greggio a Cina e India: lo sconto russo, rispetto alla quotazione ordinaria del Brent, è salito a oltre 29 dollari al barile (la quotazione è intorno agli 80 dollari).Anche se il rublo debole aiuta le esportazioni, riduce però il flusso di risorse verso il bilancio pubblico. Nel momento in cui la spesa aumenta per la guerra e la voce difesa è ormai il 4,1% del Pil.Per sostenere le sue finanze e per non far precipitare il rublo Mosca vende valuta cinese: 54 miliardi di rubli in renmimbi solo in gennaio. Partita delicata e non infinita: nel complesso, le riserve russe sono 580 miliardi di dollari, ma 300 sono bloccati dall'Occidente e non disponibili.La Cina, quindi, sta salvando la Russia che, giorno dopo giorno, ne diventa sempre più dipendente. Ma Pechino può fare poco o nulla sull'inflazione, corollario del rublo debole. In un anno, l'avanzo delle partite correnti russe è crollato del 69 per cento. Così il caro vita si sente: il tasso ufficiale è al 12%, tendente al 15 per cento. La vita reale è diversa. Un caso? Un chilo di cetrioli in pochi mesi è aumentato del 64 per cento.
il passato non può essere cambiato,il presente offre solo rimpianti e perdite,solo nei giorni a venire un'uomo può trovare conforto quando i ricordi svaniscono.CRASSO!
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
In calo il sostegno degli americani agli aiuti a Kiev
Il sostegno degli americani all'Ucraina è in calo. Secondo gli ultimi sondaggi, la percentuale dei cittadini Usa favorevoli agli aiuti a Kiev è calata dal 60% di maggio al 48% nell'ultimo mese, con il 26% degli americani convinti che gli Stati Uniti abbiano già dato troppo all'Ucraina. Questa tendenza agita la Casa Bianca soprattutto in vista della stagione elettorale. E la preoccupazione è talmente palpabile, riporta il New York Times, che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta cercando di instaurare un contatto diretto con lo speaker della Camera americana Kevin McCarthy per chiedere l'appoggio del Congresso.
Il sostegno degli americani all'Ucraina è in calo. Secondo gli ultimi sondaggi, la percentuale dei cittadini Usa favorevoli agli aiuti a Kiev è calata dal 60% di maggio al 48% nell'ultimo mese, con il 26% degli americani convinti che gli Stati Uniti abbiano già dato troppo all'Ucraina. Questa tendenza agita la Casa Bianca soprattutto in vista della stagione elettorale. E la preoccupazione è talmente palpabile, riporta il New York Times, che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta cercando di instaurare un contatto diretto con lo speaker della Camera americana Kevin McCarthy per chiedere l'appoggio del Congresso.
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Asia in rosso. Le società Usa non considerano più la Cina il primo Paese dove investire, non era mai accaduto. Il report
https://www.milanofinanza.it/news/asia- ... 1677741296
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
Hanno 580 miliardi di riserve, direi che puoi stare tranquillo. Il senso dell’articolo lo hai capito?katmandu69 ha scritto: ↑02/03/2023, 13:25Dunque falliscono domani?GeishaBalls ha scritto: ↑02/03/2023, 6:52Intanto in Russia l’economia va così (sole24ore, morning)
Il rublo ha perso il 20% del suo valore dal mese di dicembre e oggi ne servono 75 per fare un dollaro, a luglio ne bastavano 50. Cosa significa?Innanzitutto che funzionano le misure di price cap europee su gas e petrolio. Perché sono crollate le entrate di Mosca. Che ora deve vendere al ribasso il suo greggio a Cina e India: lo sconto russo, rispetto alla quotazione ordinaria del Brent, è salito a oltre 29 dollari al barile (la quotazione è intorno agli 80 dollari).Anche se il rublo debole aiuta le esportazioni, riduce però il flusso di risorse verso il bilancio pubblico. Nel momento in cui la spesa aumenta per la guerra e la voce difesa è ormai il 4,1% del Pil.Per sostenere le sue finanze e per non far precipitare il rublo Mosca vende valuta cinese: 54 miliardi di rubli in renmimbi solo in gennaio. Partita delicata e non infinita: nel complesso, le riserve russe sono 580 miliardi di dollari, ma 300 sono bloccati dall'Occidente e non disponibili.La Cina, quindi, sta salvando la Russia che, giorno dopo giorno, ne diventa sempre più dipendente. Ma Pechino può fare poco o nulla sull'inflazione, corollario del rublo debole. In un anno, l'avanzo delle partite correnti russe è crollato del 69 per cento. Così il caro vita si sente: il tasso ufficiale è al 12%, tendente al 15 per cento. La vita reale è diversa. Un caso? Un chilo di cetrioli in pochi mesi è aumentato del 64 per cento.
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
ed è la strategia dei regimi, sfruttare il vantaggio rispetto alle democrazie cioè potersene infischiare dell’opinione pubblica. Ecco perché spendono nei social media per influenzare i paesi democratici, corrompono politici ecc: le democrazie sono malleabili.cicciuzzo ha scritto: ↑02/03/2023, 13:30In calo il sostegno degli americani agli aiuti a Kiev
Il sostegno degli americani all'Ucraina è in calo. Secondo gli ultimi sondaggi, la percentuale dei cittadini Usa favorevoli agli aiuti a Kiev è calata dal 60% di maggio al 48% nell'ultimo mese, con il 26% degli americani convinti che gli Stati Uniti abbiano già dato troppo all'Ucraina. Questa tendenza agita la Casa Bianca soprattutto in vista della stagione elettorale. E la preoccupazione è talmente palpabile, riporta il New York Times, che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta cercando di instaurare un contatto diretto con lo speaker della Camera americana Kevin McCarthy per chiedere l'appoggio del Congresso.
E le persone si indignano a breve ma poi si stancano, si dimenticano, si abituano anche alle ingiustizie e tornano a pensare ai fatti propri
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
La libertà di pensiero è la più grande qualità di una democrazia, se incominciamo a pensare che è uno svantaggio è un brutto segno.GeishaBalls ha scritto: ↑02/03/2023, 21:18ed è la strategia dei regimi, sfruttare il vantaggio rispetto alle democrazie cioè potersene infischiare dell’opinione pubblica. Ecco perché spendono nei social media per influenzare i paesi democratici, corrompono politici ecc: le democrazie sono malleabili.cicciuzzo ha scritto: ↑02/03/2023, 13:30In calo il sostegno degli americani agli aiuti a Kiev
Il sostegno degli americani all'Ucraina è in calo. Secondo gli ultimi sondaggi, la percentuale dei cittadini Usa favorevoli agli aiuti a Kiev è calata dal 60% di maggio al 48% nell'ultimo mese, con il 26% degli americani convinti che gli Stati Uniti abbiano già dato troppo all'Ucraina. Questa tendenza agita la Casa Bianca soprattutto in vista della stagione elettorale. E la preoccupazione è talmente palpabile, riporta il New York Times, che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta cercando di instaurare un contatto diretto con lo speaker della Camera americana Kevin McCarthy per chiedere l'appoggio del Congresso.
E le persone si indignano a breve ma poi si stancano, si dimenticano, si abituano anche alle ingiustizie e tornano a pensare ai fatti propri
Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.
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Re: [OT] Signore e signori: la guerra.
LA RIVOLUZIONE DEI CETRIOLI debbo inoltre farti notare che il prezzo del greggio viene abbassato artificialmente da Wasghington tramite la vendita delle riserve strategicheGeishaBalls ha scritto: ↑02/03/2023, 21:18ed è la strategia dei regimi, sfruttare il vantaggio rispetto alle democrazie cioè potersene infischiare dell’opinione pubblica. Ecco perché spendono nei social media per influenzare i paesi democratici, corrompono politici ecc: le democrazie sono malleabili.cicciuzzo ha scritto: ↑02/03/2023, 13:30In calo il sostegno degli americani agli aiuti a Kiev
Il sostegno degli americani all'Ucraina è in calo. Secondo gli ultimi sondaggi, la percentuale dei cittadini Usa favorevoli agli aiuti a Kiev è calata dal 60% di maggio al 48% nell'ultimo mese, con il 26% degli americani convinti che gli Stati Uniti abbiano già dato troppo all'Ucraina. Questa tendenza agita la Casa Bianca soprattutto in vista della stagione elettorale. E la preoccupazione è talmente palpabile, riporta il New York Times, che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta cercando di instaurare un contatto diretto con lo speaker della Camera americana Kevin McCarthy per chiedere l'appoggio del Congresso.
E le persone si indignano a breve ma poi si stancano, si dimenticano, si abituano anche alle ingiustizie e tornano a pensare ai fatti propri
DEMENTIA JOE PRESIDENT OF FREEDONIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GIORGIA
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