La straordinaria prosa dei fotoromanzi porno

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Helmut
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La straordinaria prosa dei fotoromanzi porno

#1 Messaggio da Helmut »

Stavo riordinando il mio studio, quando, da una scatola di cartone, spunta un fotoromanzo in B/N degli anni '90, della stessa casa editrice di Supersex.

Quelli, per intenderci, dove all'inizio c'è l' "io narrante" di una donna che racconta una sua esperienza sessuale che si conclude ovviamente con orgasmi stellari e vicissitudini incredibili.

Non ho potuto fare a meno che selezionare accuratamente due brani e postarli, per la gioia di noi forumisti. :D

"Edoardo scalciava come un mulo e, solo a guardarlo, tutti i miei buchi furono subitaneamente dilatati, scaldati, solleticati. Ero così infoiata che staccai il cazzo di prepotenza dal culo di Claudia e immediatamente riempii la mia sorca che non ne poteva più. Feci una porcata nei confronti di Claudia che stava per sbrodolare, ma lei mi perdonó e finì il suo orgasmo con un furioso ditalino."


"Godemmo copiosamente...un'ondata di piacere sconvolgente ci avviluppó in un abbraccio deciso. Il frangersi finale della sborra su di me mi fece venire in mente che, nella violenta scarica, il mio culo ne fu allagato. Intanto, il cazzo di Attilio si era innalzato come per raccogliere le ultime forze e l'intera massa di sborra che gli riempiva i coglioni precipitó nella fregna grondante di Gabriella in un giubileo di goduria."



Questa prosa è appunto straordinaria, perchè le donne protagoniste, nei loro racconti, hanno una sessualità  tipicamente maschile, e noi nella realtà  le vorremmo così: decise, determinate a prendersi tutto il piacere...!!! :D :D :D
"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."

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V
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#2 Messaggio da V »

... macrileg, la sintesi è un valore da non sottovalutare.

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macrileg
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#3 Messaggio da macrileg »

"La prosa nascosta" (Narrazioni del Novecento italiano) è un libro di Raffaele Manica, docente di Letteratura italiana presso l'Università  di Roma Tor Vergata. E' stato pubblicato recentemente da Avagliano Editore e contiene saggi già  comparsi in altre sedi e interventi tenuti dal Manica in convegni di studio o seminari. Si tratta di lavori relativi a nove autori, scrittori, poeti, della nostra letteratura contemporanea (Comisso, Quarantotti Gambini, Moravia, Soldati, Delfini, Bassani, Volponi, La Capria, Parise), alcuni ancora in vita e tutti esaminati dal saggista in maniera insolita. Punto di partenza per ognuno è quel che di lui è rimasto ancora poco noto o sconosciuto ("la prosa nascosta"), opere incomplete o inedite o non valutate dalla critica perchè minori, corrispondenza o diari tenuti segreti, abbozzi, ricordi, impressioni o altro materiale scritto ma non diffuso. Indagando su questi testi Manica offre al lettore la possibilità  di sapere quanto finora gli mancava, di completare la visione di certi autori, di conoscere meglio i percorsi, a volte sotterranei, che li hanno condotti alle opere maggiori e soprattutto gli permette di sentirli vicini come generalmente succede quando si partecipa di confessioni o rivelazioni.

Una dimensione familiare, umana procura lo studioso ai suoi autori tramite i propri scritti che ha chiamato "narrazioni" perchè rimangono lontani dal rigore di un'analisi puramente tecnica e si mostrano disposti verso i toni ed i ritmi del narrato, del raccontato. Sembra quasi li abbia tutti conosciuti, incontrati i personaggi dei quali Manica scrive e quel che scrive sembra la storia di cosa si sono detti, di come, in loro, è successo che l'uomo diventi artista tanto vere, autentiche risultano le figure e le relative situazioni, tanto immediata, spontanea la lingua che ne parla, tanto naturale lo stile. Leggendo ci si inserisce in un movimento continuo dove i passaggi tra le citazioni dai testi, i riferimenti ad opere ed autori diversi da quelli presentati nonchè al contesto sociale, culturale ed artistico sono così rapidi e frequenti da allargare continuamente la visione proposta dal Manica facendola comprensiva di letteratura, arte, storia, filosofia, psicologia, sociologia, scienza ed ogni aspetto assunto dalla vita e dall'intellettualità  del ventesimo secolo. E' un modo particolare di essere saggista, un modo che muove, fa vivere, anima quanto trattato e coinvolge il lettore più di altri. Attraverso la piccola e grande autobiografia di Comisso, l'arte del dialogo di Quarantotti Gambini, la forza delle idee semplici di Moravia, la prosa invisibile come l'acqua o il vetro di Soldati, le ossessioni di Delfini, il guardare dietro i vetri di Bassani, la malinconia di Volponi, i romanzi di formazione di La Capria, la scrittura di viaggio di Parise, Manica ricostruisce ció che è avvenuto nella storia e nella cultura italiane e straniere nell'arco di tempo compreso tra i primi decenni del secolo scorso e gli ultimi, segnala i rapporti, i richiami che tra esse vi sono stati. In ogni saggio si parte dal basso, dal minimo, una citazione da diario o da opera inedita o sconosciuta, s'è detto, e ci si estende sempre più fino a cogliere l'autore nella completezza della propria figura ed opera e nella totalità  della sua epoca, del suo tempo. Questo procedimento di estensione, di crescita contengono i brani del Manica: in essi egli quasi scompare e ad emergere sono gli autori tramite i loro scritti sicchè tale processo sembra avvenire da solo, da soli i singoli casi diventano storia.

Una lezione di letteratura si puó dire del libro condotta senza l'intento di insegnare ma con l'entusiasmo di chi vuole comunicare una scoperta.


Con il grande impulso che la cultura italiana ebbe nelle corti della fine del Quattrocento, a Ferrara, Mantova, Milano, Firenze, vennero rappresentate commedie di Plauto e Terenzio; ma solo al principio del secolo seguente, nel generale sforzo di dare alla letteratura volgare la dignità  e la ricchezza delle letterature antiche, si ebbero le prime commedie regolari italiane, composte a imitazione dei comici latini.
Iniziatore del nuovo teatro fu Ludovico Ariosto, che fece rappresentare le sue due prime commedie, La Cassaria ed I Suppositi, rispettivamente nel 1508 e nel 1509 a Ferrara. Nel 1513 venne poi rappresentata a Urbino La Calandria di Bernardo Dovizi da Bibbiena, commedia di spiriti più boccacceschi che plautini o terenziani.

Sia le commedie dell'Ariosto sia quella del Bibbiena furono composte in prosa, ma l'Ariosto volle più tardi versificare le sue opere per meglio uniformarle al teatro antico. Già  qui è un indizio del diverso spirito col quale l'imitazione degli antichi venne intesa dai nostri commediografi: se da un lato infatti fu sentita l'esigenza di uniformarsi ai Latini nello svolgimento drammatico, ed ebbe perció fortuna la commedia d'intreccio intricato risolto dalle improvvise soluzioni, dall'altro si volle salvare l'originalità  della commedia moderna, intesa quale rappresentazione della vita contemporanea. Così, mentre i classicisti di stretta osservanza presero direttamente spunto dalle opere plautine e terenziane e usarono a lungo il verso, gli autori più geniali e spregiudicati preferirono ispirarsi alla realtà  del loro tempo e scrivere in prosa.
Pertanto i capolavori del teatro comico cinquecentesco furono scritti in prosa: la Mandragola del Machiavelli, le cinque commedie di Pietro Aretino, Gli Straccioni di Annibal Caro, Il Candelaio di Giordano Bruno e, sulla fine del secolo, le quattordici commedie composte da Giovanni Battista Della Porta.
Una lunga crisi della commedia regolare fu determinata dal trionfo della commedia dell'arte che, iniziata verso la metà  del XVI sec., dominó sino al XVIII, quando, nel restaurato classicismo dell'Arcadia, non pochi letterati provarono a comporre commedie scritte e regolari, come: Girolamo Gigli, Giambattista Fagiuoli, Jacopo Angelo Nelli, Scipione Maffei.


ok saró piu sintetico la prossima volta :wink:

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El Ghisa
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#4 Messaggio da El Ghisa »

minchia.....nemmeno dostum è cosi pesante!

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macrileg
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#5 Messaggio da macrileg »

El Ghisa ha scritto:minchia.....nemmeno dostum è cosi pesante!

non ci giurerei..... :DDD :DDD

ne devo postare di post prolissi per arrivare al suo livello di pesantezza catalogato al "piombo fuso"..... 8)

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ronsard
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#6 Messaggio da ronsard »

Dai Macrileg riassumi questa roba mi interessa!
Se la mia professoressa di fisica fosse uscita con me a 17 anni e me l'avesse data, non sarei il pervertito che oggi sono diventato.

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lila
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Re: La straordinaria prosa dei fotoromanzi porno

#7 Messaggio da lila »

Helmut ha scritto:"Edoardo scalciava come un mulo e, solo a guardarlo, tutti i miei buchi furono subitaneamente dilatati, scaldati, solleticati. Ero così infoiata che staccai il cazzo di prepotenza dal culo di Claudia e immediatamente riempii la mia sorca che non ne poteva più. Feci una porcata nei confronti di Claudia che stava per sbrodolare, ma lei mi perdonó e finì il suo orgasmo con un furioso ditalino."


"Godemmo copiosamente...un'ondata di piacere sconvolgente ci avviluppó in un abbraccio deciso. Il frangersi finale della sborra su di me mi fece venire in mente che, nella violenta scarica, il mio culo ne fu allagato. Intanto, il cazzo di Attilio si era innalzato come per raccogliere le ultime forze e l'intera massa di sborra che gli riempiva i coglioni precipitó nella fregna grondante di Gabriella in un giubileo di goduria."
Edoardo???
Attilio???
Infoiata???
Sorca??? :lol:
fregna grondante???
:DDD

ci sono peró anche momenti elegiaci
:tutti i miei buchi furono subitaneamente dilatati, scaldati, solleticati
:Il frangersi finale della sborra su di me
:l'intera massa di sborra che gli riempiva i coglioni precipitó

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dostum
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#8 Messaggio da dostum »

macrileg ha scritto:
El Ghisa ha scritto:minchia.....nemmeno dostum è cosi pesante!

non ci giurerei..... :DDD :DDD

ne devo postare di post prolissi per arrivare al suo livello di pesantezza catalogato al "piombo fuso"..... 8)
La Pornomoglie
sono sposata sin da giovane ma ammetto di aver sempre tradito mio marito fino ai 33anni . ho quasi 40 anni da molto ero fedele e con fatica ma quando mi accorsi che mio marito aveva un amante più giovane di me incontrai Marco. Sono ancora molto bella, alta e con sedere e seno ben tornito e i 3 chili in più mi donano a dire dagli apprezzamenti. Marco è giovane ha 33 anni e devo ammettere che essendo molto bello mi sono sentita per la prima volta in condizione di sudditanza. Mi piace accontentarlo nei suoi desideri che nonostante la sua giovane età  sono abbastanza spinti e diciamolo porcellini.
Vuole che indossi abiti con spacchi in cui si possano notare gli autoreggenti e che indosso perizoma o senza intimo. Lo scorso anno con la scusa di uscire con le amiche mi ha portato ad una festa , indossavo per suo volere una gonna portafoglio con uno spacco nel davanti che arrivava all'inguine. Nel bel mezzo della festa mi gira la gonna portando lo spacco dietro e lasciandomi scoperta il mio grosso culo inizia a a palpeggiarmi mentre alcuno ragazzi osservano la scena.Marco si eccita e mi fa sedere sopra le sue gambe , lo spacco si apre ancora di più e le mie gambe divaricate lascia aperto anche il mio culo che sento esposto all'aria
La luce è soffusa siamo in una sedia di una scala di una villa Marco tira fuori il suo cazzo. Non si accorge o forse fa finta poco prima ha tirato coca e il suo cazzo sembra di marmo. Mi infila il cazzo in fica e questo mi preoccupa meno del mio culo in vista perchè sono coperta dalla gonna ma i ragazzi sono a pochi metri e osservano sempre più coinvolti.
Marco mi pompa la fica o sento la fica in ebollizione , sono in quel momento che uns donna non sa tirarsi più indietro, e del resto non posso tirarmi indietro perchè un ragazzo ha
un dito dentro il mio culo.non solo passa la gente e guarda la scena ma non riesco a ribellarmi anzi cerco con le mani il cazzo del ragazzo dietro di me.Mi lubbrifico il buco con i secreti della mia fica che sbrodola con il cazzo di Marco eallargo una chiappa con le mani e sento la cappella dietro . Sento spingere ma la cappella è enorme e non entra , sono sempre più eccitata, voglio il cazzo nel culo. Lo guardo ha un cazzo da aver paura ma lo voglio ancor più dentro allora sono io che spingo dietro disinteressandomi del cazzo di Marco che sembra piccolo.Scivola dentro mi sento spaccare ,cazzi in culo ne ho sempre presi ma questo e super . lo prendo tutto dentro e inizio a pomparlo spingendo il fondo del culo nel cazzo. Voglio sentirlo sborrare dentro e presto uno schizzo caldo mi inonda le viscere Lo tira fuori e lo rinfila mi tocco e sento il mio buco oscenamente aperto con ragazzi e ragazze che stanno a guardare.Qualche ragazza commenta " che troia"ma a me non interessa anzi penso che sia invidiosa anche perchè anche l'altro che non trovava spazio si segava e stava sborrando guardando
le mie chiappe.Allora quando lo tira fuori per far vedere agli astanti il mio buco aperto lo tolgo e chiedo all'altro di infilarmelo per sborraci dentro . Non si fa pregare perchè con due colpi mi schizza due getti dentro ealtri 3 nelle chiappe sbrodolonadomi sborra . Prendo Marco per mano e mi allontano. ma prima passo vicino alla donna che aveva fatto quel commento. Zoccola godi anche tu e porgendomi a 90° gradi le struscio lo sperma delle mie chiappe sulla sua gonna di seta. Prova amettermi le mani addosso e allora finisco la mia vendetta:la atterro e le sono sopra a agambe divaricate e mi strofino lottando sulle sue gambe nude e sulle sue mutande e le dico."Ora la sborra che mi avrei voluto portare per mio marito te l'ho lasciata tutta a a te , stasera avrai da masturbarti e sfogarti e domani sarai meno acida.
Marco è giovane ma mi sa stuzzicare ed un giorno mi ha fatto uscire senza perizoma ma anche con un curiosi stratagemma in modo da tenere divaricato il mio ano ma
questa è una altra storia seguitemi nel 2 capitolo
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI

Baalkaan hai la machina targata Sassari?

VE LA MERITATE GEGGIA

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