balkan wolf ha scritto: ↑10/06/2022, 11:20
Perdonami salieri ma l’ottimo pan commette un errore iniziale. Non bisogna vedere gli psicologi come medici di serie C. Gli psicologi NON sono medici! Il mio ex terapeuta era biologo.
Veramente ho detto che tu tendi a vederli come tali, o almeno mi davi questa impressione prima della precisazione.
Precisato questo, distinguerei due campi: quello della psichiatria, sempre più orientata a inquadrare i disturbi mentali come organici e di conseguenza a trattarli farmacologicamente e quello delle psicoterapie che utilizzano altri strumenti terapeutici. Diciamo subito che il medico spadroneggia come figura professionale, in quanto è l'unico abilitato a utilizzare tutti gli strumenti disponibili. Questo fatto dà loro un vantaggio certo e retroattivamente rimanda un feedback positivo alle case farmaceutiche che sono il motore della tendenza prevalente a riportare tutto a disfunzioni organiche. Di questo passo le patologie mentali presto torneranno a essere riconsiderate di competenza neurologica come due secoli fa, quando Freud muoveva i primi passi nell'ambito della neurofisiologia. Emblematica a questo proposito fu la disputa tra chi voleva abolire il disturbo narcisistico di personalità dal DSM (Diagnostic Statistic Manual), adducendo che tutti ne saremmo affetti, al che vi fu una levata di scudi degli psicoterapeuti di orientamento psicanalitico che vinsero la battaglia per lasciarlo dov'era. Il motivo retrostante era che quel tipo di disturbo non aveva (5-6 anni fa) un farmaco che ne avesse l'indicazione, per cui l'unica terapia possibile era quella psicoterapeutica. In pratica il ragionamento degli organicisti era "Se non c'è farmaco non c'è malattia" - vale a dire l'esatto contrario di un approccio scientifico!
Nell'altro post ho spiegato di come tutte le classi di psicofarmaci vengono comunemente impiegati per trattare pazienti assai diversi tra loro, in ragione di una mancanza sostanziale di una nosografia certa, cioè di quel microscopio che fa dire al patologo :" Questo è un linfoma così e quest'altro è un linfoma cosà" (cito i linfomi perché ce ne sono a decine, forse centinaia, ognuno col suo bravo protocollo di trattamento). Non diversamente stanno le cose in ambito di psicoterapie. A proposito porterò un esempio limite: molte scuole di psicoterapia sessuologica si rifanno a Ellen Kaplan, eccellentissima sessuologa statunitense degli anni 70 del secolo scorso. Ebbene ella raggruppò i disturbi sessuali non dovuti a cause organiche in soli 7 gruppi e a ciascuno somministrava la stessa terapia fatta di compiti standard progressivi da fare a casa in coppia con risultati che vanno dal buono all'eccellente nei casi del vaginismo e dell'eiaculazione precoce.
E com'è 'sta cosa? Cosa hanno in comune quella a cui scattano a serratura i muscoli perineali appena sente avvicinarsi un cazzo e quello che viene appena sente odore di figa? Nulla, nulla nemmeno nelle strutture di personalità, eppure i compitini inventati dalla Kaplan risolvono entrambi, a patto di saperli assegnare, molto più che di saperli eseguire. Nel senso che la magia apparentemente sta proprio nella capacità del terapeuta sessuologo di saper condurre il gioco, adattandolo alle personalità dei pazienti. Questo che ho riferito è per me il modello di tutte le psicoterapie, solo che le disfunzioni sessuali sono, per forza di cose, molto più semplici di quasi tutte le altre, cionondimeno è strasicuro che le psicoterapie hanno risolto definitivamente molti casi in quasi duecento anni, altrimenti sarebbero state abbandonate.
Sulla natura del meccanismo dell'azione terapeutica delle psicoterapie sono stati scritti oceani di inchiostro a prova che non vi è nessun accordo nel dare una risposta.