[O.T.] Devo entrare in analisi?

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Floppy Disk
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2611 Messaggio da Floppy Disk »

Juan Burrasca ha scritto:
10/06/2022, 19:13
Insomma non capisco se sto bene da "solo" o no.

Vedo certe coppie felici di innamorati e io mi sento come se fossi un "alieno" rispetto a loro.
Mi capitava una cosa del genere anche in passato, benché in maniera più moderata della tua. Ad un certo punto ho capito che sostanzialmente non dovevo assolutamente sentirmi inferiore o inadeguato rispetto a persone che avevano trovato l'anima gemella. Ovviamente sono felice per loro e sono assolutamente convinto che trovare il partner giusto possa arricchire in modo sostanziale la vita della persona, ma ho anche maturato una visione della vita per cui prima di tutto devo star bene con me stesso. L'altra metà è un di più, e pure bello sostanzioso, ma bisogna essere per così dire autonomi. Tra parentesi, è davvero mille volte meglio star bene da solo che capitare a convivere con la persona sbagliata, perché la vita a quel punto potrebbe prendere una direzione spiacevole. Insomma, meglio soli che mal accompagnati.
Juan Burrasca ha scritto:
10/06/2022, 19:13
Mi sento molto attrato dalle donne ma allo stesso tempo è come se non avessi interesse a propormi a loro, a cercare di corteggiare...

Però allo stesso tempo ci sono giorni che mi devasto di seghe guardando il porno, guardare contenuti "xxx" certi giorni è una cosa che non posso fare a meno...
Questo sembrerebbe un sintomo di dipendenza dalla pornografia, ma anche qui come nel caso della presunta depressione del Papero non voglio tirare giudizi. Tuttavia, se vivi male o comunque non serenamente questo tuo rapporto con la pornografia, io ne parlerei a prescindere con qualcuno.
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2612 Messaggio da Floppy Disk »

Fuente ha scritto:
10/06/2022, 9:05
o anche Meluzzi (che addirittura è psichiatra)
Mi ero perso questo pezzo. Ti sembra davvero il caso di nominare Meluzzi come se fosse davvero un esperto o quantomeno normale?
OSCAR VENEZIA ha scritto:
10/06/2022, 23:43
Al di là della depressione e delle patologie gli psicologi servono anche per valutare carattere e personalità a fini non terapeutici.
Mi convince di più la scuola iunghiana ed i 16 tipi di personalità che propone, l’approccio basato su estroversione ed introversione variamente mescolate.
E’ una preferenza intuitiva non scientifica , l’invidia del pene e tutto il caravanserraglio di trovate froidiane a livello epidermico non mi convincono, ci sarà del vero ma costruirci sopra la psicologia umana mi sembra esagerato.
Di Jung so ben poco se non la sua teoria del lato ombra, ma che la psicanalisi freudiana sia invecchiata a livello concettuale per via dell'evoluzione della psicologia e delle neuroscienze l'avevo letto su qualche rivista scientifica quindi la tua analisi non mi suona nuova.
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2613 Messaggio da legionofdoom »

Paperinik ha scritto:
10/06/2022, 22:41
Gli psicofarmaci a dispetto del nome non sono farmaci ma stabilizzatori dell'umore, dei semplici salvagente insomma.
Assolutamente d'accordo.
Infatti, senza la Paroxetina e il Valium occasionale, col cavolo che anni fa (quando avevo 25-28 anni) uscivo di casa a fare terapia di gruppo e vita sociale.
Nel mio caso, io all'epoca soffrivo di "depressione" dovuta ad un marcato disturbo di panico (cioè, avevo sì e no un attacco di panico ogni 2 giorni.......cosa veramente insostenibile).
Ero più a casa che fuori, in giro. Facevo proprio una vita da eremita.
Tralasciando il fatto che ero anche da poco appena uscito da una forte dipendenza fisica da eroina (che, stupidamente, usavo come se fosse Fiori di Bach) durata quasi 3 anni, senza l'aiuto delle Benzo e della Paroxetina, non penso che c'è l'avrei mai fatta ad uscire dal mio "tunnel".
Vero che all'inizio ho avuto qualche problema ad "adattarmi" ai farmaci, e ho anche avuto qualche effetto indesiderato a livello sessuale (fortunatamente risolvibile).
Però, nel mio caso, mi hanno aiutato non poco a superare temporaneamente traumi e altre paure (per la maggior parte infondate) che poi ho affrontato grazie ad un ottimo percorso di psicoterapia.

Quindi, si, funzionano. Però il passo grosso lo dobbiamo fare sempre noi.

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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2614 Messaggio da pan »

balkan wolf ha scritto:
10/06/2022, 11:20
Perdonami salieri ma l’ottimo pan commette un errore iniziale. Non bisogna vedere gli psicologi come medici di serie C. Gli psicologi NON sono medici! Il mio ex terapeuta era biologo.
Veramente ho detto che tu tendi a vederli come tali, o almeno mi davi questa impressione prima della precisazione.
Precisato questo, distinguerei due campi: quello della psichiatria, sempre più orientata a inquadrare i disturbi mentali come organici e di conseguenza a trattarli farmacologicamente e quello delle psicoterapie che utilizzano altri strumenti terapeutici. Diciamo subito che il medico spadroneggia come figura professionale, in quanto è l'unico abilitato a utilizzare tutti gli strumenti disponibili. Questo fatto dà loro un vantaggio certo e retroattivamente rimanda un feedback positivo alle case farmaceutiche che sono il motore della tendenza prevalente a riportare tutto a disfunzioni organiche. Di questo passo le patologie mentali presto torneranno a essere riconsiderate di competenza neurologica come due secoli fa, quando Freud muoveva i primi passi nell'ambito della neurofisiologia. Emblematica a questo proposito fu la disputa tra chi voleva abolire il disturbo narcisistico di personalità dal DSM (Diagnostic Statistic Manual), adducendo che tutti ne saremmo affetti, al che vi fu una levata di scudi degli psicoterapeuti di orientamento psicanalitico che vinsero la battaglia per lasciarlo dov'era. Il motivo retrostante era che quel tipo di disturbo non aveva (5-6 anni fa) un farmaco che ne avesse l'indicazione, per cui l'unica terapia possibile era quella psicoterapeutica. In pratica il ragionamento degli organicisti era "Se non c'è farmaco non c'è malattia" - vale a dire l'esatto contrario di un approccio scientifico!

Nell'altro post ho spiegato di come tutte le classi di psicofarmaci vengono comunemente impiegati per trattare pazienti assai diversi tra loro, in ragione di una mancanza sostanziale di una nosografia certa, cioè di quel microscopio che fa dire al patologo :" Questo è un linfoma così e quest'altro è un linfoma cosà" (cito i linfomi perché ce ne sono a decine, forse centinaia, ognuno col suo bravo protocollo di trattamento). Non diversamente stanno le cose in ambito di psicoterapie. A proposito porterò un esempio limite: molte scuole di psicoterapia sessuologica si rifanno a Ellen Kaplan, eccellentissima sessuologa statunitense degli anni 70 del secolo scorso. Ebbene ella raggruppò i disturbi sessuali non dovuti a cause organiche in soli 7 gruppi e a ciascuno somministrava la stessa terapia fatta di compiti standard progressivi da fare a casa in coppia con risultati che vanno dal buono all'eccellente nei casi del vaginismo e dell'eiaculazione precoce.

E com'è 'sta cosa? Cosa hanno in comune quella a cui scattano a serratura i muscoli perineali appena sente avvicinarsi un cazzo e quello che viene appena sente odore di figa? Nulla, nulla nemmeno nelle strutture di personalità, eppure i compitini inventati dalla Kaplan risolvono entrambi, a patto di saperli assegnare, molto più che di saperli eseguire. Nel senso che la magia apparentemente sta proprio nella capacità del terapeuta sessuologo di saper condurre il gioco, adattandolo alle personalità dei pazienti. Questo che ho riferito è per me il modello di tutte le psicoterapie, solo che le disfunzioni sessuali sono, per forza di cose, molto più semplici di quasi tutte le altre, cionondimeno è strasicuro che le psicoterapie hanno risolto definitivamente molti casi in quasi duecento anni, altrimenti sarebbero state abbandonate.

Sulla natura del meccanismo dell'azione terapeutica delle psicoterapie sono stati scritti oceani di inchiostro a prova che non vi è nessun accordo nel dare una risposta.
Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono. (Matsuo Basho,1685) - fa caldo l'Italia è sull'orlo di un baratro e non scopo da mesi (cimmeno 2009) - ...stai su un forum di segaioli; dove pensavi di stare, grande uomo? (sunday silence,2012)

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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2615 Messaggio da pan »

OSCAR VENEZIA ha scritto:
10/06/2022, 14:27
A sensazione gli psichiatri hanno in genere la faccia da pazzi pure loro , spesso con i capelli dritti o scompigliati o lunghi e disordinati.
Gli psicologi , a parte qualche professionista ben inserito. li vedo un po’ precari e sfigatelli
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2616 Messaggio da balkan wolf »

OSCAR VENEZIA ha scritto:
10/06/2022, 23:43
Al di là della depressione e delle patologie gli psicologi servono anche per valutare carattere e personalità a fini non terapeutici.
Mi convince di più la scuola iunghiana ed i 16 tipi di personalità che propone, l’approccio basato su estroversione ed introversione variamente mescolate.
E’ una preferenza intuitiva non scientifica , l’invidia del pene e tutto il caravanserraglio di trovate froidiane a livello epidermico non mi convincono, ci sarà del vero ma costruirci sopra la psicologia umana mi sembra esagerato.
Oscar la mia teoria, tra il serio e il faceto, su freud è che sigmund stava sempre impizzato e si tirava delle prugne micidiali, di conseguenza ha sopravvalutato il sesso!



Papero:

distimia: sono spariti tutti i piaceri e tutto ha lo stesso sapore. Anni fa mi piaceva leggere, se volevo andavo a giro anche in bicicletta..adesso non faccio più nulla, le cose che prima mi piacevano non mi dicono più nulla e non trovo motivazione per fare cose. Uscendo sono sopraffatto dai pensieri e non riesco a godere di nulla. E' da ragazzino che non mi faccio una vacanza...

Son cazzi amari vecchio mio!
La mancanza totale di piacere è il peggio del peggio. Non riesci a distrarti, il tempo non passa mai, aspetti solo la sera con la consapevolezza che domani sarà uguale.
Sei fortunato a lavorare e a non drogarti altrimenti la spirale diventa insopportabile e, prima o poi, ci lasci letteralmente le penne.
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke

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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2617 Messaggio da ziggy7 »

pan ha scritto:
11/06/2022, 6:29
balkan wolf ha scritto:
10/06/2022, 11:20
Perdonami salieri ma l’ottimo pan commette un errore iniziale. Non bisogna vedere gli psicologi come medici di serie C. Gli psicologi NON sono medici! Il mio ex terapeuta era biologo.

Sulla natura del meccanismo dell'azione terapeutica delle psicoterapie sono stati scritti oceani di inchiostro a prova che non vi è nessun accordo nel dare una risposta.
Va bene ma noi volevamo anche una tua opinione su tali fiumi di inchiostro, per quanto un poco traspaia :)

Qualche anno fa ho letto dei libri di Gherardo Amadei, non ho le competenze per stabilirlo ma mi è sembrato che il suo approccio considerasse parte di questi due modi di vedere e li affiancasse. I libri li ho trovati davvero salvifici in ogni caso. E per quel poco di esperienza che ho secondo me l unire entrambe le scuole di pensiero è molto positivo
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2618 Messaggio da Fuente »

Floppy Disk ha scritto:
11/06/2022, 0:42
Fuente ha scritto:
10/06/2022, 9:05
o anche Meluzzi (che addirittura è psichiatra)
Mi ero perso questo pezzo. Ti sembra davvero il caso di nominare Meluzzi come se fosse davvero un esperto o quantomeno normale?
Rileggiti cosa avevo scritto.
A maggior ragione se tu la pensassi così, Meluzzi si confermerebbe un esempio ottimo per dimostrare il concetto a cui alludevo.

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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2619 Messaggio da Floppy Disk »

Sì il concetto mi era chiaro. È che non riesco a considerare proprio Meluzzi uno psichiatra, nonostante abbia titolo e abilitazione. Non lo so, mi pare ormai meno di una macchietta, non mi viene spontaneo pensare che durante la settimana riceva dei pazienti nel suo studio :-D
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2620 Messaggio da gaston »

ma stiamo parlando di costui? Immagine

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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2621 Messaggio da Floppy Disk »

Proprio lui. Fra l'altro è uno degli ospiti fissi della Zanzara dove litiga in maniera spesso assai sguaiata con Parenzo (e Cruciani ci ride sopra, come sempre) e per essere ospite fisso di qualunque radio o testata complottista. È un sostenitore esplicito di varie teorie del complotto, come QAnon e il Great Reset. Il mio precedente commento infatti non voleva essere offensivo verso Fuente, purtroppo mi è uscito male. È che proprio non riesco a credere che uno così faccia lo psichiatra e curi le persone con delle sofferenze psicologiche, e non sarei portato a crederci neanche se entrassi nel suo studio e vedessi con i miei occhi la sua pergamena di laurea.
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2622 Messaggio da Fuente »

Floppy Disk ha scritto:
11/06/2022, 11:20
Il mio precedente commento infatti non voleva essere offensivo verso Fuente, purtroppo mi è uscito male. È che proprio non riesco a credere che uno così faccia lo psichiatra e curi le persone con delle sofferenze psicologiche, e non sarei portato a crederci neanche se entrassi nel suo studio e vedessi con i miei occhi la sua pergamena di laurea.
Ma io mica l'ho trovato offensivo.
Ritenevo casomai non tornasse tanto come fosse stata posta la replica, proprio perché tutti questi commenti su Meluzzi (o un eventuale "Meluzzi di turno") rafforzerebbero anziché indebolire la mia tesi.

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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2623 Messaggio da Floppy Disk »

Infatti la rafforza. Che spesso molti luminari del settore siano messi molto peggio dei loro pazienti è vero, ma la differenza è che loro sono dalla parte giusta del tavolo. In molti casi fra l'altro si riesce a trovare un equilibrio con i propri demoni, un po' come John Constantine nella saga fumettistica Hellblazer. Proprio però come nel caso in questione, questo delicato equilibrio si paga con un prezzo più o meno alto, e quindi abbiamo psichiatri (ma anche medici in generale, politici, uomini di spettacolo ecc.) che assumono ogni droga o farmaco possibile e sono tutt'altro che stabili.

Ovviamente non voglio generalizzare nel mondo più assoluto e non voglio certo suggerire che la terapista del Papero sia così malmessa. Come ha detto pan, il fatto che "faccia la stronza" con il nostro amico forumista può essere una sua precisa tecnica per scuoterlo e spronarlo verso l'uscita dalla sua personale gabbia interiore. È anche vero che un approccio troppo duro in questi termini può compromettere il risultato finale, quindi per certi aspetti è rischioso. O magari ha ragione hermafroditos: è una che si crede di essere brava ma in realtà non lo è affatto, ma non posso assolutamente trarre un giudizio del genere dai post del Papero.
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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2624 Messaggio da legionofdoom »

Ma, a prescindere dai "metodi" che uno psichiatra usa, sono del parere che uno specialista si deve sempre mettere nei panni del proprio paziente, e avere anche un pò di empatia.
Se un paziente trova difficoltà a "spronarsi", o ha difficoltà a rapportarsi con gli altri, non puoi dirli di andare a donne o andare in discoteca. E' controproducente.
E' come andare da un gastroenterologo e dirli che hai forti dolori all'addome, e anzichè farti fare esami e quant'altro ti prescrive l'enterogermina e il whiskey (per digerire meglio).
Stessa cosa.

Io ho avuto la fortuna di trovare uno specialista che aveva un figlio bloccato sulla sedia a rotelle.......una persona brava, con molto tatto, insomma.
Inutile dire che ci siamo capiti fin da subito.
Con lui ho ripercorso tutti i traumi della mia infanzia, fino alla morte di mio fratello (causa principale che mi ha spinto a fare uso di eroina), e mi ha consigliato, fin da subito, di fare terapia di gruppo.
Prima di lui, però, ero "seguito" per qualche mese da uno che non mi faceva neanche parlare, ma che prescriveva antipsicotici come se fossero caramelle.

Se un terapeuta non riesce a venirti incontro o non ti ascolta, si cambia finchè non si trova uno/a con cui si riesce ad avere un rapporto medico-paziente professionale.
Se all'epoca ero ancora "seguito" dal psichiatra dalle facile prescrizioni, di sicuro sarei stato più dall'altra parte, mentalmente e fisicamente, che non in questo mondo.
E col cavolo che sarei arrivato ai 53. Sarei, sicuramente, morto e a fare la muffa a 30 anni.

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Re: [O.T.] Devo entrare in analisi?

#2625 Messaggio da Paperinik »

[Scopri]Spoiler
Floppy Disk ha scritto:
11/06/2022, 0:14
Paperinik ha scritto:
10/06/2022, 22:41
- la vita come prigione: non mi sento libero, senza potere, scelta, possibilità, la vita me la decidono gli altri o gli eventi. Non posso cambiare lavoro, non posso fare cose, raggio di azione strettamente limitato, volontà sopraffatta
Una scelta ce l'hai sempre. Non ti piace il tuo lavoro o comunque l'ambiente in cui ti trovi? Cambialo. Hai paura che così facendo rimani disoccupato e non sai dove sbattere la testa? È comprensibile, ma se l'alternativa è deprimersi ulteriormente fino a logorarsi allora tanto vale rimanere a casa senza fare nulla. Tanto in Italia tra famiglia, sussidi e aiuti vari non muore di fame quasi nessuno, al contrario di altre realtà. Se poi hai dei risparmi da parte tanto meglio: puoi usarli per tirare avanti mentre fai ordine nella tua mente per capire dove impiegarti. Mi pare che tu abbia detto spesso di non avere un profilo professionale particolarmente pregiato, ma non sei certo l'unico e non riesco a credere che dalle tue parti la fabbrica dove lavori sia l'unica opzione.
Paperinik ha scritto:
10/06/2022, 22:41
- io sono il mio lavoro: ho svolto diversi lavori e relativi ambienti, commesso, pellettiere, operaio..40 ore a settimana dentro un ambiente marcio ti marchiano e una volta uscito la giornata è pressoché finita. Di solito mi stendo a letto appena tornato a casa, svuotato. Se stai in un ambiente marcio sei tu stesso il marcio. Quando ero commesso ricordo che ero più ottimista e sereno..vabbè che ero più giovane, era il 2006...ora che sono un operaiaccio sfruttato e quasi mobbizzato in una ditta senza via di fuga, è come se fossi morto
No Papero, non lo sei. In Fight Club Edward Norton a un certo punto esplicita proprio questo concetto: tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca. Partendo dal presupposto che il concetto stesso di valore personale è indefinibile e quindi andrebbe scartato, pensare di essere il proprio lavoro è ancora più assurdo, soprattutto perché il lavoro è come un semplice mezzo per tirare avanti ma la vita vera è fuori dall'ufficio o dalla fabbrica. Per quanto riguarda il sentirsi morto dentro il posto di lavoro, ribadisco che se soffri così tanto dovresti andartene.
Paperinik ha scritto:
10/06/2022, 22:41
-distimia: sono spariti tutti i piaceri e tutto ha lo stesso sapore. Anni fa mi piaceva leggere, se volevo andavo a giro anche in bicicletta..adesso non faccio più nulla, le cose che prima mi piacevano non mi dicono più nulla e non trovo motivazione per fare cose. Uscendo sono sopraffatto dai pensieri e non riesco a godere di nulla. E' da ragazzino che non mi faccio una vacanza...
Questo continua a sembrarmi un sintomo della depressione, ma come ho detto in passato non voglio insisterci sopra perché non ti è stata ufficialmente diagnosticata.
Paperinik ha scritto:
10/06/2022, 22:41
-ipocondrie: l'idea di ammalarmi mi tormenta, non sono particolarmente attento alla salute ma vivo col pensiero che un giorno mi ammalerò di qualcosa anche di grave, mi vedo in futuro con qualche malattia anche grave e già alcuni sintomi che ho mi inquietano (astenia, psoriasi e varie irritazioni cutanee...). L'idea che il mio corpo mi tradisca fra una settimana o fra 30 anni mi tormenta.
Mi pare che Woody Allen una volta disse, non ricordo se in un film o in un'intervista, che aveva passato gran parte della sua vita ad aver paura di cose che poi non gli erano mai successe. Mi pare che diversi mesi fa, quando soffristi degli attacchi di panico, ti facesti un gran numero di analisi da cui non emerse nessun problema fisico. Insomma, lascio a te le conclusioni.
Paperinik ha scritto:
10/06/2022, 22:41
Mi chiedo chi possa aiutarmi... :roll:
So che è una frase abusatissima, ma il primo ad aiutarti devi essere proprio tu. Però devi volerlo, e anche fortemente, perché cambiare sé stessi e superare certi scogli interiori è faticosissimo, ma alla lunga dà vantaggi o quantomeno lenisce la sofferenza.

Per inciso, una domanda: ma di tutti questi pensieri e riflessioni che fai sul forum ne parli alla terapeuta? E se sì, che ti risponde? Perché, parliamoci chiaro, qui sul forum siamo tutti più o meno tuttologi perché non ci confrontiamo con una persona vera ma con un avatar e ci sentiamo in diritto di tirare le nostre conclusioni, ma di base non possiamo certo aiutarti noi.

Non mi conviene mollare il lavoro, ho un contratto fisso dal 2012, ho un mutuo e faccio a garante di mia sorella senza lavoro..e se non lo trova fra poco finisce i soldi e tocca pagare a me la sua quota. Oltretuto per quel merdoso di putler qui non si sa dove si va a finire...
Potessi mollerei lunedì ma sono incastrato. Altro che prigione...

Per l'pocondria, gli esami puliti dicono poco o nulla, mi hanno riferito di una conoscente mia coetanea o poco più piccola che a un tratto ha cominciato a non sentirsi bene e dopo esami le hanno diagnosticato la sclerosi multipla. Comunque interessante la dichiarazione di allen.
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.

06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI

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