[O.T.] Crisi economica
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Re: [O.T.] Crisi economica
Bundesbank: crescita tedesca in accelerazione. Facciamo patrimoniale per gli Stati a rischio default
L'economia tedesca metterà a segno una crescita robusta nei mesi invernali. È quanto prevede la Bundesbank nel Bollettino mensile di gennaio, nel quale scrive che la Germania ha concluso il 2013 con un «marcato miglioramento» congiunturale che dovrebbe «ulteriormente accelerare» nel primo trimestre di quest'anno. «Oltre agli impulsi sempre espansivi dall'economia interna, soprattutto sul fronte dei consumi - spiega la Bundesbank - la congiuntura troverà ulteriore sostegnod all'export», con particolari benefici per l'industria.
La previsione, secondo la Banca centrale tedesca, è in linea con il forte miglioramento degli ordini registrato nel comparto auto e in altri settori. Secondo dati preliminari diffusi a inizio gennaio la crescita tedesca dovrebbe essersi attestata allo 0,4% in tutto il 2013 e alcuni analisti si spingono fino a stimare un'accelerazione al 2% quest'anno (+1,7% la stima ufficiale della Bundesbank per il 2014).
Lo Bundesbank, poi, propone che se uno Stato è a rischio default sul proprio debito sovrano non dovrebbe ricorrere ai soldi dei contribuenti europei né guardare alla Bce, quanto piuttosto imporre una patrimoniale sulle ricchezze private dei propri cittadini. La banca centrale tedesca non fa esempi di Paesi, tuttavia, si può presumere che ci si volesse riferire a Grecia, Italia e Spagna, i cui cittadini, secondo i dati diffusi dalla Bce, dispongono di patrimoni privati pro capite superiori a quello dei tedeschi. Una patrimoniale una tantum «risponde al principio della responsabilità nazionale, secondo la quale i contribuenti sono responsabili degli obblighi assunti dai propri Governi prima di poter reclamare solidarietà da altri Paesi», si legge nel Bollettino.
Nel contesto dell'attuale crisi finanziaria, si legge ancora, «balza agli occhi come la fiducia nel servizio del debito da parte di alcuni Paesi sia scesa anche se a questo debito pubblico corrispondono patrimonio pubblici e privati molto ampi» e che «in percentuale rispetto al pil sono più elevati di quelli nei Paesi creditori». La proposta, comunque, appare di difficile e rischiosa attuazione, scrive la Bundesbank, aggiungendo che, quindi, dovrebbe essere riservata a situazioni eccezionali, e cioé nel rischio concreto di un default sovrano. Importante sarebbe, soprattutto, chiarire ai mercati che si tratterebbe di un'iniziativa una tantum, destinata a non essere ripetuta nel tempo, perché altrimenti investimenti e capitale lascerebbero subito il Paese in questione.
L'economia tedesca metterà a segno una crescita robusta nei mesi invernali. È quanto prevede la Bundesbank nel Bollettino mensile di gennaio, nel quale scrive che la Germania ha concluso il 2013 con un «marcato miglioramento» congiunturale che dovrebbe «ulteriormente accelerare» nel primo trimestre di quest'anno. «Oltre agli impulsi sempre espansivi dall'economia interna, soprattutto sul fronte dei consumi - spiega la Bundesbank - la congiuntura troverà ulteriore sostegnod all'export», con particolari benefici per l'industria.
La previsione, secondo la Banca centrale tedesca, è in linea con il forte miglioramento degli ordini registrato nel comparto auto e in altri settori. Secondo dati preliminari diffusi a inizio gennaio la crescita tedesca dovrebbe essersi attestata allo 0,4% in tutto il 2013 e alcuni analisti si spingono fino a stimare un'accelerazione al 2% quest'anno (+1,7% la stima ufficiale della Bundesbank per il 2014).
Lo Bundesbank, poi, propone che se uno Stato è a rischio default sul proprio debito sovrano non dovrebbe ricorrere ai soldi dei contribuenti europei né guardare alla Bce, quanto piuttosto imporre una patrimoniale sulle ricchezze private dei propri cittadini. La banca centrale tedesca non fa esempi di Paesi, tuttavia, si può presumere che ci si volesse riferire a Grecia, Italia e Spagna, i cui cittadini, secondo i dati diffusi dalla Bce, dispongono di patrimoni privati pro capite superiori a quello dei tedeschi. Una patrimoniale una tantum «risponde al principio della responsabilità nazionale, secondo la quale i contribuenti sono responsabili degli obblighi assunti dai propri Governi prima di poter reclamare solidarietà da altri Paesi», si legge nel Bollettino.
Nel contesto dell'attuale crisi finanziaria, si legge ancora, «balza agli occhi come la fiducia nel servizio del debito da parte di alcuni Paesi sia scesa anche se a questo debito pubblico corrispondono patrimonio pubblici e privati molto ampi» e che «in percentuale rispetto al pil sono più elevati di quelli nei Paesi creditori». La proposta, comunque, appare di difficile e rischiosa attuazione, scrive la Bundesbank, aggiungendo che, quindi, dovrebbe essere riservata a situazioni eccezionali, e cioé nel rischio concreto di un default sovrano. Importante sarebbe, soprattutto, chiarire ai mercati che si tratterebbe di un'iniziativa una tantum, destinata a non essere ripetuta nel tempo, perché altrimenti investimenti e capitale lascerebbero subito il Paese in questione.
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Re: [O.T.] Crisi economica
Un grafico che vale più di mille parole:
Lavoratori della terza età con diritti acquisiti e pensionati che vedono la ricchezza salire, malgrado la distruzione del tessuto economico reale.
Gli altri stronzi invece, quelli più giovani, si impoveriscono.
E secondo voi questo paese ha vie d'uscita?
Lavoratori della terza età con diritti acquisiti e pensionati che vedono la ricchezza salire, malgrado la distruzione del tessuto economico reale.
Gli altri stronzi invece, quelli più giovani, si impoveriscono.
E secondo voi questo paese ha vie d'uscita?
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Re: [O.T.] Crisi economica
C'è da dire che il mercato che ha costruito la GGermania con l'industralizzazione del settore automobilistico e la ripresa del settore industriale tradizionale della meccanica e ingegneria è diventata potete ma non credo grazie all'Euro. Ci avrebbe guadagnato di piu se il suo mercato si sarebbe liberalizzato ancor piu senza seguire i parametri europei.
Per me la Germania è un esempio sia di economia che di politica economica.
Per rispondere a CapitanVideo, secondo me, un normale cittadino che legge almeno 3 volte la settimana il sole24ore e che lavora in un ufficio di contabilità, questo è tutto quel che so di economia, secondo me, è un sistema che ha bisogno di essere completamente smantellato e che è il posto fisso e la gente che ha doppi e tripli incarichi come MastraPasqua ( cito Crozza che ieri ha detto che adesso si libereranno 2 mila posti di lavoro) che mandano il paese in rovina e i giovani a spasso.
Ma sottolineo è questione anche di mentalità. I giovani ancora pensano di trovar lavoro con una laurea vi consiglio di vedere il film "Smetto quando voglio" quando uscirà prossimamente nelle sale.
Per me la Germania è un esempio sia di economia che di politica economica.
Per rispondere a CapitanVideo, secondo me, un normale cittadino che legge almeno 3 volte la settimana il sole24ore e che lavora in un ufficio di contabilità, questo è tutto quel che so di economia, secondo me, è un sistema che ha bisogno di essere completamente smantellato e che è il posto fisso e la gente che ha doppi e tripli incarichi come MastraPasqua ( cito Crozza che ieri ha detto che adesso si libereranno 2 mila posti di lavoro) che mandano il paese in rovina e i giovani a spasso.
Ma sottolineo è questione anche di mentalità. I giovani ancora pensano di trovar lavoro con una laurea vi consiglio di vedere il film "Smetto quando voglio" quando uscirà prossimamente nelle sale.
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Re: [O.T.] Crisi economica
ed essendo sempre meno (per il calo delle nascite) in futuro dovranno da poveri mantenere un esercito di vecchi. la demografia fa più paura dell'impoverimento.Capitanvideo ha scritto:Gli altri stronzi invece, quelli più giovani, si impoveriscono
sono un analfabeta funzionante
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Re: [O.T.] Crisi economica
La situazione rimarrà insostenibile per diversi anni, almeno finché chi ha goduto della pensione retributiva non passa a miglior vita.Drogato_ di_porno ha scritto:ed essendo sempre meno (per il calo delle nascite) in futuro dovranno da poveri mantenere un esercito di vecchi. la demografia fa più paura dell'impoverimento.Capitanvideo ha scritto:Gli altri stronzi invece, quelli più giovani, si impoveriscono
Ho appena sentito un ex capo della Marina parlare con un amico, diceva che gli hanno aumentato la pensione di 80 euro, superando i 2000 mensili.
Poi pensi alla Electrolux e al costo del lavoro.
Poi vomiti.
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Re: [O.T.] Crisi economica
il punto però sai qual'è capitano ?
che se anche toccassimo i diritti acquisiti - e sopra una certa soglia - delle pensioni maturate col sistema retributivo e non contributivo, tu pensi che quei soldi finiranno, che so, a favore degli operai electrolux ?
non c'è futuro per questo paese, su questo siamo d'accordo, ma per colpa di tutti, non solo dei politici.
che se anche toccassimo i diritti acquisiti - e sopra una certa soglia - delle pensioni maturate col sistema retributivo e non contributivo, tu pensi che quei soldi finiranno, che so, a favore degli operai electrolux ?
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Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione
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Re: [O.T.] Crisi economica
No, ma non sono io che parlo di lotta all'evasione per ridurre il debito o altro.cicciuzzo ha scritto:il punto però sai qual'è capitano ?
che se anche toccassimo i diritti acquisiti - e sopra una certa soglia - delle pensioni maturate col sistema retributivo e non contributivo, tu pensi che quei soldi finiranno, che so, a favore degli operai electrolux ?
non c'è futuro per questo paese, su questo siamo d'accordo, ma per colpa di tutti, non solo dei politici.
Il discorso è identico, e la colpa è della politica.
Noi possiamo anche essere merde come loro, ma non abbiamo nessun potere decisionale.
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Re: [O.T.] Crisi economica
W la FCA
Fiat sparisce, e nasce la FCA, con sede legale ad Amsterdam e sede fiscale a Londra.
Però il simpatico duo Marchio Marchionnne e John Waine Elkann assicurano che pagheranno le tasse a seconda di dove le varie fabbriche producono.
Scommetto che nel giro di qualche anno rimarrà solo la Alfa, che produce 26 vetture all'anno.
A me frega un cazzo di dove pagheranno le tasse, ma mi fa sorridere il casino che nasce per ogni stronzo imprenditore con 10 dipendenti che va a Chiasso, mentre questi hanno smantellato la più grossa industria italiana e se ne vanno a spasso senza che nessuno dica niente.
Vermi. Non la FCA eh.
Fiat sparisce, e nasce la FCA, con sede legale ad Amsterdam e sede fiscale a Londra.
Però il simpatico duo Marchio Marchionnne e John Waine Elkann assicurano che pagheranno le tasse a seconda di dove le varie fabbriche producono.
Scommetto che nel giro di qualche anno rimarrà solo la Alfa, che produce 26 vetture all'anno.
A me frega un cazzo di dove pagheranno le tasse, ma mi fa sorridere il casino che nasce per ogni stronzo imprenditore con 10 dipendenti che va a Chiasso, mentre questi hanno smantellato la più grossa industria italiana e se ne vanno a spasso senza che nessuno dica niente.
Vermi. Non la FCA eh.
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Re: [O.T.] Crisi economica
Non e' esattamente vero. L'euro ha dato una grossa mano alla competitivita' tedesca nell'esportare. Avessero ancora il marco dovrebbero svalutare per mantenersi competitivi all'estero (semplicemente perche' il marco sarebbe piu' forte di quanto l'euro non sia, visto che non divideresti la moneta con paesi meno competitivi). Svalutando avrebbero piu' inflazione. Quindi dal punto di vista economico la Germania ha guadagnato (giustamente) dall'euro. Che abbiano fatto riforme del lavoro dopo l'unificazione etc. etc., mentre gli altri paesi dell'euro no e' verissimo e cio' incide. Ma l'euro e' un aiuto fondamentale alla germania nell'esportare.EternalSunshine ha scritto:C'è da dire che il mercato che ha costruito la GGermania con l'industralizzazione del settore automobilistico e la ripresa del settore industriale tradizionale della meccanica e ingegneria è diventata potete ma non credo grazie all'Euro. Ci avrebbe guadagnato di piu se il suo mercato si sarebbe liberalizzato ancor piu senza seguire i parametri europei.
Per me la Germania è un esempio sia di economia che di politica economica.
"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
Re: [O.T.] Crisi economica
appunto per questo è giusto che intervenga la politica comunitaria a calmierare la situazione vantaggiosa di cui Berlino ha beneficiato...Husker_Du ha scritto:Non e' esattamente vero. L'euro ha dato una grossa mano alla competitivita' tedesca nell'esportare. Avessero ancora il marco dovrebbero svalutare per mantenersi competitivi all'estero (semplicemente perche' il marco sarebbe piu' forte di quanto l'euro non sia, visto che non divideresti la moneta con paesi meno competitivi). Svalutando avrebbero piu' inflazione. Quindi dal punto di vista economico la Germania ha guadagnato (giustamente) dall'euro. Che abbiano fatto riforme del lavoro dopo l'unificazione etc. etc., mentre gli altri paesi dell'euro no e' verissimo e cio' incide. Ma l'euro e' un aiuto fondamentale alla germania nell'esportare.EternalSunshine ha scritto:C'è da dire che il mercato che ha costruito la GGermania con l'industralizzazione del settore automobilistico e la ripresa del settore industriale tradizionale della meccanica e ingegneria è diventata potete ma non credo grazie all'Euro. Ci avrebbe guadagnato di piu se il suo mercato si sarebbe liberalizzato ancor piu senza seguire i parametri europei.
Per me la Germania è un esempio sia di economia che di politica economica.
che poi questi sono per il laissez faire soltanto quando vogliono loro
"Dietro ogni italiano si nasconde un cretino"
Ennio Flaiano.
Ennio Flaiano.
Re: [O.T.] Crisi economica
e comunque la risposta potrebbe essere sì: nella misura in cui la tassazione sui redditi scende, cioè diminuisce il costo del lavoro, quei soldi risparmiati dallo stato potrebbero finire eccome negli stipendi di tutti.Capitanvideo ha scritto:No, ma non sono io che parlo di lotta all'evasione per ridurre il debito o altro.cicciuzzo ha scritto:il punto però sai qual'è capitano ?
che se anche toccassimo i diritti acquisiti - e sopra una certa soglia - delle pensioni maturate col sistema retributivo e non contributivo, tu pensi che quei soldi finiranno, che so, a favore degli operai electrolux ?
non c'è futuro per questo paese, su questo siamo d'accordo, ma per colpa di tutti, non solo dei politici.
Il discorso è identico, e la colpa è della politica.
Noi possiamo anche essere merde come loro, ma non abbiamo nessun potere decisionale.
il patto electrun pone un tema: chi è il ladro, lo stato o la electolux?
perché non è lo stato a rinunciare alla sua fetta? gli operai costerebbero MENO ma guadagnarebbero UGUALE se non vi fossero quelle tasse.
tasse che finiscono anche nella pensione del tizio della Marina (che già in vita sua ha fatto un cazzo e si è costruito relazioni di potere grazie al ruolo pubblico)
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.
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Re: [O.T.] Crisi economica
Il vantaggio non è solo nelle esportazioni fuori dall'area euro.Husker_Du ha scritto:Non e' esattamente vero. L'euro ha dato una grossa mano alla competitivita' tedesca nell'esportare. Avessero ancora il marco dovrebbero svalutare per mantenersi competitivi all'estero (semplicemente perche' il marco sarebbe piu' forte di quanto l'euro non sia, visto che non divideresti la moneta con paesi meno competitivi). Svalutando avrebbero piu' inflazione. Quindi dal punto di vista economico la Germania ha guadagnato (giustamente) dall'euro. Che abbiano fatto riforme del lavoro dopo l'unificazione etc. etc., mentre gli altri paesi dell'euro no e' verissimo e cio' incide. Ma l'euro e' un aiuto fondamentale alla germania nell'esportare.EternalSunshine ha scritto:C'è da dire che il mercato che ha costruito la GGermania con l'industralizzazione del settore automobilistico e la ripresa del settore industriale tradizionale della meccanica e ingegneria è diventata potete ma non credo grazie all'Euro. Ci avrebbe guadagnato di piu se il suo mercato si sarebbe liberalizzato ancor piu senza seguire i parametri europei.
Per me la Germania è un esempio sia di economia che di politica economica.
Il vantaggio maggiore che ha la germania con l'euro è nelle esportazioni dentro l'area euro.
Qui habet, dabitur ei. E comunque: Stikazzi
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Re: [O.T.] Crisi economica
A me, comunque, questi che intervengono con "non credo" mi ricordano il Razzi di CrozzaEternalSunshine ha scritto:C'è da dire che il mercato che ha costruito la GGermania con l'industralizzazione del settore automobilistico e la ripresa del settore industriale tradizionale della meccanica e ingegneria è diventata potete ma non credo grazie all'Euro.
"ma la corea del sud ha problemi con i diritti umani"
"ma non credo..."
Il vantaggio principale che ha attualmente la germania è il cambio fisso che le da l'euro.
Qui habet, dabitur ei. E comunque: Stikazzi
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Re: [O.T.] Crisi economica
Husker tu conosci Alberto Bagnai? Vorrei sapere cosa ne pensi
http://scenarieconomici.it/esclusiva-li ... o-e-crisi/
http://scenarieconomici.it/esclusiva-li ... o-e-crisi/
sono un analfabeta funzionante
Re: [O.T.] Crisi economica
Il caso Electrolux
La multinazionale degli elettrodomestici ha proposto ai suoi stabilimenti italiani un piano che prevede esuberi e tagli, tra le proteste dei sindacati (e il governo in mezzo)
Electrolux è una multinazionale svedese con sede a Stoccolma che produce elettrodomestici per la casa e per uso professionale. Ha impianti in 25 paesi d’Europa e in Italia ha concentrato la maggior parte della sua produzione continentale: gli stabilimenti si trovano a Solaro (Lombardia), Porcia (Friuli Venezia Giulia), Forlì e Susegana (Veneto) e impiegano, secondo gli ultimi dati riferiti al 2012, un totale di 5.715 dipendenti.
A causa della crisi generale che ha colpito il mercato europeo, e dopo che i dati del terzo trimestre del 2013 avevano confermato un significativo calo dell’utile dell’azienda (-29 per cento), il gruppo ha deciso una serie di interventi annunciando, per esempio, 2.000 posti di lavoro tagliati a livello globale (di cui 1.500 in Europa). Negli stabilimenti italiani, in particolare, la multinazionale ha detto di aver individuato una scarsa competitività con i paesi dell’est e ha deciso di avviare un’indagine con i sindacati sulla sostenibilità di quegli impianti produttivi. I sindacati da subito hanno giudicato negativamente la situazione, facendo sapere che «quasi sempre le investigazioni hanno portato alla chiusura delle unità produttive che le hanno subite».
Dopo una serie di incontri preliminari, lunedì 27 gennaio si è svolta a Mestre una riunione tra i dirigenti della multinazionale e i sindacati, durante la quale l’azienda ha presentato i propri piani industriali per i 3 stabilimenti di Solaro, Forlì e Susegana – ma non per quello di Porcia, dove ogni decisione è stata rinviata all’aprile 2014 e dove sembrerebbe dunque confermata l’intenzione di chiudere e trasferire le linee produttive in Polonia.
Nel testo base della discussione con i sindacati – precisando che «non si tratta di decisioni, ma di ipotesi di lavoro» – Electrolux ha proposto una riduzione strutturale dell’orario di lavoro (da 8 a 6 ore) e una riduzione del costo dell’ora lavorata (cioè del rapporto tra il costo complessivo sostenuto rispetto alle ore effettivamente lavorate). Quest’ultima si dovrebbe realizzare attraverso la sospensione dei premi legati a produttività, redditività, qualità ed efficienza, attraverso la sospensione del pagamento delle festività che cadono di sabato e domenica, la riduzione del 50 per cento dei permessi sindacali, la riorganizzazione delle pause sull’orario a 6 ore, il congelamento degli scatti di anzianità e anche degli eventuali incrementi legati alla contrattazione nazionale. Tutte queste misure dovrebbero essere applicate ai quattro stabilimenti italiani e si tradurrebbero, concretamente, nella riduzione da 3 a 5 euro degli attuali 24 euro spesi in media all’ora per lavoratore. In termini di salario netto questo equivale a circa l’8 per cento di riduzione, ovvero a circa 130 euro al mese.
Nel documento sono stati poi presentati dei piani specifici per ciascuno stabilimento. Cambiano le cifre, ma i principi restano gli stessi per tutti: concentramento della produzione sui prodotti più competitivi e incremento delle prestazioni dei lavoratori per arrivare a un aumento della produzione del numero dei pezzi per ogni singola ora. Per Solaro, per esempio, è stato fissato l’obiettivo di 90 pezzi l’ora, con una produzione annua di 850 mila pezzi nel 2017 (contro i 661 mila del 2013). Tutto questo porterebbe comunque a nuovi esuberi: 331 per Susegana, 160 per Forlì, 182 per Solaro, cifre che si ridurrebbero se venisse accettata la proposta dell’organizzazione a 6 ore.
Per quanto riguarda Porcia, il documento si limita ad analizzare la differenza di costo tra una lavatrice prodotta nella fabbrica di Pordenone e la stessa lavatrice prodotta in Polonia: differenza che è di circa 30 euro a pezzo. Tutte le misure sul taglio del costo del lavoro e dei salari con le 6 ore lavorate porterebbe a un recupero di 7,5 euro che non sarebbe comunque sufficiente a colmare la differenza e a renderla accettabile. Restano da considerare, precisa Electrolux, «ulteriori potenziali proposte da parte di tutti gli attori coinvolti che consentano alla fabbrica di colmare i gap ancora presenti», ossia eventuali contributi di governo e regione. Ogni decisione sullo stabilimento di Porcia verrà comunque presa «entro e non oltre il 30 aprile di quest’anno».
Rocco Palombella, segretario generale della UILM presente all’incontro, ha detto che il piano presentato è «irricevibile». «Da tempo denunciavamo il rischio di desertificazioni industriali e le proposte di riorganizzazione ascoltate oggi a Mestre inducono il paese a rischiare tale disastro se il governo non riesce ad avanzare un piano organico di azioni mirate per tutelare il settore manifatturiero. Per quanto ci riguarda questo è il tempo della lotta dura e ad oltranza. Il governo, se c’è, almeno si faccia sentire». Le principali critiche sono state rivolte dai sindacati al ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, accusato di essersi disinteressato della situazione e di cui, nei giorni scorsi, la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani – membro della segreteria del PD – aveva chiesto le dimissioni. Zanonato, dopo l’incontro di Mestre, ha commentato: «I prodotti italiani nel campo dell’elettrodomestico sono di buona qualità, ma risentono dei costi produttivi, soprattutto per quanto riguarda il lavoro, che sono al di sopra di quelli che offrono i nostri concorrenti: è necessario dunque ridurre i costi di produzione». Nel frattempo a Porcia è stato proclamato uno sciopero iniziato nel tardo pomeriggio di ieri.
La multinazionale degli elettrodomestici ha proposto ai suoi stabilimenti italiani un piano che prevede esuberi e tagli, tra le proteste dei sindacati (e il governo in mezzo)
Electrolux è una multinazionale svedese con sede a Stoccolma che produce elettrodomestici per la casa e per uso professionale. Ha impianti in 25 paesi d’Europa e in Italia ha concentrato la maggior parte della sua produzione continentale: gli stabilimenti si trovano a Solaro (Lombardia), Porcia (Friuli Venezia Giulia), Forlì e Susegana (Veneto) e impiegano, secondo gli ultimi dati riferiti al 2012, un totale di 5.715 dipendenti.
A causa della crisi generale che ha colpito il mercato europeo, e dopo che i dati del terzo trimestre del 2013 avevano confermato un significativo calo dell’utile dell’azienda (-29 per cento), il gruppo ha deciso una serie di interventi annunciando, per esempio, 2.000 posti di lavoro tagliati a livello globale (di cui 1.500 in Europa). Negli stabilimenti italiani, in particolare, la multinazionale ha detto di aver individuato una scarsa competitività con i paesi dell’est e ha deciso di avviare un’indagine con i sindacati sulla sostenibilità di quegli impianti produttivi. I sindacati da subito hanno giudicato negativamente la situazione, facendo sapere che «quasi sempre le investigazioni hanno portato alla chiusura delle unità produttive che le hanno subite».
Dopo una serie di incontri preliminari, lunedì 27 gennaio si è svolta a Mestre una riunione tra i dirigenti della multinazionale e i sindacati, durante la quale l’azienda ha presentato i propri piani industriali per i 3 stabilimenti di Solaro, Forlì e Susegana – ma non per quello di Porcia, dove ogni decisione è stata rinviata all’aprile 2014 e dove sembrerebbe dunque confermata l’intenzione di chiudere e trasferire le linee produttive in Polonia.
Nel testo base della discussione con i sindacati – precisando che «non si tratta di decisioni, ma di ipotesi di lavoro» – Electrolux ha proposto una riduzione strutturale dell’orario di lavoro (da 8 a 6 ore) e una riduzione del costo dell’ora lavorata (cioè del rapporto tra il costo complessivo sostenuto rispetto alle ore effettivamente lavorate). Quest’ultima si dovrebbe realizzare attraverso la sospensione dei premi legati a produttività, redditività, qualità ed efficienza, attraverso la sospensione del pagamento delle festività che cadono di sabato e domenica, la riduzione del 50 per cento dei permessi sindacali, la riorganizzazione delle pause sull’orario a 6 ore, il congelamento degli scatti di anzianità e anche degli eventuali incrementi legati alla contrattazione nazionale. Tutte queste misure dovrebbero essere applicate ai quattro stabilimenti italiani e si tradurrebbero, concretamente, nella riduzione da 3 a 5 euro degli attuali 24 euro spesi in media all’ora per lavoratore. In termini di salario netto questo equivale a circa l’8 per cento di riduzione, ovvero a circa 130 euro al mese.
Nel documento sono stati poi presentati dei piani specifici per ciascuno stabilimento. Cambiano le cifre, ma i principi restano gli stessi per tutti: concentramento della produzione sui prodotti più competitivi e incremento delle prestazioni dei lavoratori per arrivare a un aumento della produzione del numero dei pezzi per ogni singola ora. Per Solaro, per esempio, è stato fissato l’obiettivo di 90 pezzi l’ora, con una produzione annua di 850 mila pezzi nel 2017 (contro i 661 mila del 2013). Tutto questo porterebbe comunque a nuovi esuberi: 331 per Susegana, 160 per Forlì, 182 per Solaro, cifre che si ridurrebbero se venisse accettata la proposta dell’organizzazione a 6 ore.
Per quanto riguarda Porcia, il documento si limita ad analizzare la differenza di costo tra una lavatrice prodotta nella fabbrica di Pordenone e la stessa lavatrice prodotta in Polonia: differenza che è di circa 30 euro a pezzo. Tutte le misure sul taglio del costo del lavoro e dei salari con le 6 ore lavorate porterebbe a un recupero di 7,5 euro che non sarebbe comunque sufficiente a colmare la differenza e a renderla accettabile. Restano da considerare, precisa Electrolux, «ulteriori potenziali proposte da parte di tutti gli attori coinvolti che consentano alla fabbrica di colmare i gap ancora presenti», ossia eventuali contributi di governo e regione. Ogni decisione sullo stabilimento di Porcia verrà comunque presa «entro e non oltre il 30 aprile di quest’anno».
Rocco Palombella, segretario generale della UILM presente all’incontro, ha detto che il piano presentato è «irricevibile». «Da tempo denunciavamo il rischio di desertificazioni industriali e le proposte di riorganizzazione ascoltate oggi a Mestre inducono il paese a rischiare tale disastro se il governo non riesce ad avanzare un piano organico di azioni mirate per tutelare il settore manifatturiero. Per quanto ci riguarda questo è il tempo della lotta dura e ad oltranza. Il governo, se c’è, almeno si faccia sentire». Le principali critiche sono state rivolte dai sindacati al ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, accusato di essersi disinteressato della situazione e di cui, nei giorni scorsi, la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani – membro della segreteria del PD – aveva chiesto le dimissioni. Zanonato, dopo l’incontro di Mestre, ha commentato: «I prodotti italiani nel campo dell’elettrodomestico sono di buona qualità, ma risentono dei costi produttivi, soprattutto per quanto riguarda il lavoro, che sono al di sopra di quelli che offrono i nostri concorrenti: è necessario dunque ridurre i costi di produzione». Nel frattempo a Porcia è stato proclamato uno sciopero iniziato nel tardo pomeriggio di ieri.