[O.T.] Scosse di terremoto
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Re: [O.T.] Scosse di terremoto
questa altra scossa delle 12,58 si è sentita quia milano...io l'ho sentita
Re: [O.T.] Scosse di terremoto
ma ci mancherebbe.. facci saperezio ha scritto:stavo scrivendo veloce nick.nik978 ha scritto:zio ha scritto:masuka....non generalizzare.
i controlli ci sono stati.
è evidente che se arriva un sisma vicino al 6 grado richter crolla metà italia. sismica o antisismica.
che facciamo? evacuiamo tutte le città italiane?.... ecocne un'altra.........
antisimica non crolla....quello fatto bene antisismico a tetto roba all'8 o più sia qui in cina che in giappone e anche in stati sudamericani dov emagari non te lo aspetti.. e tu ben sai che la magnitudo da 6 a 8 aumenta di tantissimo di energia.
va detto però che da 400 anni non si registrava una attività del genere in quelle zone...una piccola giustificazione
infatti stavo per cancellare e scrivere meglio.
ho sentito due scosse distintamente.
scusa ma preciso dopo quel che volevo dire.
....adesso devo capire dove sta la mia famiglia.
Mirandola, crollate decine di capannoni 132 – Sono decine i capannoni crollati a Mirandola in seguito alla scossa avvenuta questa mattina fra le province di Modena e Ferrara. Lo si apprende dagli stessi cittadini di Mirandola. All'interno di queste fabbriche si trovavano numerosi dipendenti che stavano tentando di riordinare i macchinari per ricominciare a lavorare dopo la scossa del 20 maggio.
sono vicino ai colleghi metalmeccanici e a tutti i lavoratori di quella straordinaria realtà produttiva che è il modenese e dintorni..
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
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Re: [O.T.] Scosse di terremoto
L'ho beccata in diretta dell'inviato di sky. Da quando l'ha annunciata a quando é arrivata a Milano ci ha messo 5/6 secondi. Un paio di vasi rotti... Bella forte
Re: [O.T.] Scosse di terremoto
superiore a magnitudo 5.0
s'è sentita anche sul lago di garda
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Re: [O.T.] Scosse di terremoto
Due scosse vicine appena sentite qui...in sala di sopra, tutti i lampadari ballavano che era un piacere. Almeno ho testato la lampada da tavolo antisismica...
"La regola d'oro : cazzo in tiro non c'ha coscienza."
(I. Welsh)
" Ti ho appena fatto un pompino, non è che puoi fare tanto il sostenuto." (cit.)
"What did you touch? You made me make a mess all over..." (cit.)
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Re: [O.T.] Scosse di terremoto
5,3...
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
Re: [O.T.] Scosse di terremoto
Qua a Parma (provincia) se va avanti così metto su un po' di musica che balliamo bene!
Someday we'll look back on this and it will all seem funny.
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Re: [O.T.] Scosse di terremoto
Defender?!
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Re: [O.T.] Scosse di terremoto
quanto era stata di intensità la scossa della notte del 20 maggio?
Re: [O.T.] Scosse di terremoto
Secondo USGS la magnitudo del terremoto delle 12:56 era di magnitudo 5.6 e molto superficiale: 3 km.
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
Re: [O.T.] Scosse di terremoto
Lonewolf ha scritto:Defender?!
Ci sono Lone , si balla per bene ma di danni strutturali qui non ne abbiamo.
Re: [O.T.] Scosse di terremoto
5.9Pimpipessa ha scritto:quanto era stata di intensità la scossa della notte del 20 maggio?
Re: [O.T.] Scosse di terremoto
La cosa preoccupante è che queste scosse, se paragonate per esempio a quelle del Giappone, sono niente. Da altre parti le considererebbero semplici scossettine di assestamento, non ci farebbero troppo caso. Qua è tutto talmente delicato che basta poco per distruggere tutto. Io ho seriamente paura, mi sento vulnerabile come non mai. Con una scossa più forte l'Italia sprofonda. E l'andazzo ( Aquila, Emilia ) mi sembra quello. In più, poco fa ho letto anche quest'altra cosetta.
S’è risvegliato il Marsili, vulcano sommerso nel Tirreno: coste a rischio tsunami. Nonostante gli allarmi la stampa non ne parla
Il Marsili, uno dei vulcani sommersi nel mar Tirreno, s’è risvegliato: è alto il rischio di tsunami in tutto il Tirreno meridionale a causa di possibili eventi franosi lungo i versanti dello stesso vulcano.
L’allarme è lanciato dal prof. Franco Ortolani, ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio, Università di Napoli Federico II. Ma non bisogna lasciarsi prendere dal panico, anzi, “bisogna al più presto organizzare sistemi di difesa dei litorali” come spiega lo stesso geologo in uno studio approfondito pubblicato sul MeteoPortale del Mediterraneo, http://www.meteoweb.it, con cui collabora.
La chiave di tutto sta nelle isole Eolie che potrebbero svolgere il ruolo di “sentinelle” e annunciare con netto anticipo l’arrivo dell’onda di maremoto: “Uno studio che ho avviato spiega Ortolani – dopo il 0maremoto del 30 dicembre 2002 che interessò Stromboli, le isole vicine e la costa compresa tra Milazzo (Sicilia) e Marina di Camerota (Campania), ha evidenziato che, in base ai dati pubblicati (Tsunamis Research Team, Physics Dept – University of Bologna and National Institute of Geophysics and Volcanology (INGV) – Rome) negli ultimi 2000 anni vi sono stati 72 movimenti anomali del mare che hanno interessato le coste italiane. I risultati della ricerca eseguita con la collaborazione di Silvana Pagliuca del CNR, sono stati presentati al Congresso Internazionale di Geologia tenutosi a Firenze nell’agosto 2004. Il più recente maremoto italiano è stato quello che si è innescato poco dopo le ore 13 del giorno 30 dicembre 2002 nell’area di Stromboli, con conseguente inondazione della fascia costiera fino ad altezza di alcuni metri sul livello medio del mare. L’evento anomalo ha determinato seri danni ai manufatti più vicini al mare e ha provocato il ferimento di alcune persone; esso si è avvertito lungo la costa siciliana nella zona di Milazzo e in quella campana nel porto di Marina di Camerota. Il maremoto è stato innescato da una frana sottomarina. E’ evidente che se l’onda anomala del 30 dicembre 2002 si fosse verificata 4-5 mesi prima (o dopo), durante la stagione estiva, i danni lungo le coste frequentate da migliaia di bagnanti, specialmente alle persone, sarebbero stati molto gravi. Gli eventi, elencati nel catalogo dei maremoti italiani riportato sul sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sono stati analizzati per individuarne le cause, ricostruire le aree interessate dai vari movimenti anomali del mare al fine di delimitare le zone costiere a rischio da tsunami e analizzare le disposizioni attuali per prevenire i danni. Un dato preoccupante è rappresentato dalla evidenza che ben 18 tsunami del passato (di diversa importanza) sono avvenuti nei mesi estivi che oggi costituiscono il classico periodo balneare caratterizzato da centinaia di migliaia di persone distribuite lungo le coste e le spiagge. E’ evidente che l’attuale spinta urbanizzazione e frequentazione estiva delle aree costiere renderebbe notevolmente più grave l’impatto di eventi simili a quelli storici. Le aree interessate sono le seguenti: Liguria (14 eventi); Stretto di Messina- Sicilia Orientale-Calabria meridionale tirrenica- Isole Eolie (23 eventi); Adriatico (10 eventi); Golfo di Napoli (10 eventi); Toscana (3 eventi); Sicilia settentrionale (2 eventi); Sicilia meridionale (2 eventi); Calabria settentrionale ionica (1 evento); Lazio (1 evento). La massima altezza che l’acqua marina ha raggiunto invadendo l’area emersa (Runup) è stata valutata tra 6 e 15 m (si ricordi che lo tsunami del 26 dicembre 2004 verificatosi in Indonesia determino runup massimo di alcune decine di metri di altezza)”.
“La correlazione – prosegue Ortolani – tra movimenti anomali del mare, eventi sismici, ubicazione delle strutture sismogenetiche ha consentito di individuare le seguenti cause dei maremoti italiani: terremoti generati da strutture sismogenetiche che interessano in parte l’area costiera emersa e sommersa (Calabria, Sicilia orientale, Gargano, Ancona); grandi e rapide frane sottomarine innescate prevalentemente da terremoti ed eruzioni; grandi frane costiere subaeree; accumulo antropogenico di terreno di riporto sul ciglio della scarpata continentale. La ricerca ha evidenziato che il maggior numero di eventi è stato provocato da grandi e rapide frane sottomarine innescate prevalentemente da terremoti avvenuti anche in aree distanti dalla costa. I fenomeni più gravi si sono verificati nel Tirreno Meridionale-Stretto di Messina-Sicilia Orientale. Il maremoto più disastroso, paragonabile per numero di vittime a quello avvenuto il 26 dicembre nel Sud Est Asiatico, nel Golfo del Bengala, è quello che si verificò circa 10 minuti dopo il sisma del 1908 che distrusse Reggio Calabria e Messina provocando decine di migliaia di morti. Lo studio aveva evidenziato fin dal 2005 che il maremoto del 1908 non fu provocato direttamente dal sisma, come si riteneva, ma da una grande frana sottomarina, verificatasi nello Stretto di Messina a sud di Reggio Calabria, che fu innescata dallo scuotimento sismico. Il dato preoccupante che si porge all’attenzione dei cittadini e dei rappresentanti delle istituzioni è che le aree costiere italiane a rischio da tsunami, già individuate con vari studi, ancora non sono tutelate da interventi strutturali preventivi né da attive misure di monitoraggio, di didattica e protezione civile. La ricerca espletata nelle aree più colpite dai maremoti del passato ha messo in luce che se si ripetesse oggi un evento simile durante il periodo balneare si registrerebbero scene drammatiche e luttuose simili a quelle verificatesi nel sud est asiatico durante il disastroso evento del 26 dicembre 2004. Il rischio da tsunami non è nemmeno preso in considerazione nei piani stralcio per la difesa dal rischio idrogeologico. E’ evidente che bisogna recuperare il tempo perso e attivare idonei interventi di prevenzione al fine di preparare le aree costiere e la popolazione ad affrontare il rischio ambientale derivante da potenziali maremoti. Alla luce dei risultati dello studio si evince l’importanza di elaborare linee guida per la valutazione del rischio da onda anomala delle aree costiere e dell’impatto ambientale sulle infrastrutture di notevole rilevanza (aereoporti, porti, centrali elettriche, impianti industriali, strade e ferrovie ecc.). Vanno altresì messi a punto e attivati adeguati sistemi di educazione ambientale (per es. come comportarsi qualora ci si trovi su una spiaggia d’estate e si avverta un terremoto, oppure si noti un improvviso e sensibile abbassamento del livello dell’acqua) monitoraggio marino e costiero ed elaborati i Piani di Protezione Civile Comunali tesi soprattutto a proteggere la popolazione durante il periodo balneare”.
“Temo – conclude amaramente il geologo napoletano – che per introdurre le necessarie “precauzioni” per stare più sicuri lungo le coste e le spiagge i rappresentanti delle istituzioni attenderanno il prossimo maremoto: speriamo che non sia disastroso.
http://www.reset-italia.net/2011/03/18/ ... o-tsunami/
S’è risvegliato il Marsili, vulcano sommerso nel Tirreno: coste a rischio tsunami. Nonostante gli allarmi la stampa non ne parla
Il Marsili, uno dei vulcani sommersi nel mar Tirreno, s’è risvegliato: è alto il rischio di tsunami in tutto il Tirreno meridionale a causa di possibili eventi franosi lungo i versanti dello stesso vulcano.
L’allarme è lanciato dal prof. Franco Ortolani, ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio, Università di Napoli Federico II. Ma non bisogna lasciarsi prendere dal panico, anzi, “bisogna al più presto organizzare sistemi di difesa dei litorali” come spiega lo stesso geologo in uno studio approfondito pubblicato sul MeteoPortale del Mediterraneo, http://www.meteoweb.it, con cui collabora.
La chiave di tutto sta nelle isole Eolie che potrebbero svolgere il ruolo di “sentinelle” e annunciare con netto anticipo l’arrivo dell’onda di maremoto: “Uno studio che ho avviato spiega Ortolani – dopo il 0maremoto del 30 dicembre 2002 che interessò Stromboli, le isole vicine e la costa compresa tra Milazzo (Sicilia) e Marina di Camerota (Campania), ha evidenziato che, in base ai dati pubblicati (Tsunamis Research Team, Physics Dept – University of Bologna and National Institute of Geophysics and Volcanology (INGV) – Rome) negli ultimi 2000 anni vi sono stati 72 movimenti anomali del mare che hanno interessato le coste italiane. I risultati della ricerca eseguita con la collaborazione di Silvana Pagliuca del CNR, sono stati presentati al Congresso Internazionale di Geologia tenutosi a Firenze nell’agosto 2004. Il più recente maremoto italiano è stato quello che si è innescato poco dopo le ore 13 del giorno 30 dicembre 2002 nell’area di Stromboli, con conseguente inondazione della fascia costiera fino ad altezza di alcuni metri sul livello medio del mare. L’evento anomalo ha determinato seri danni ai manufatti più vicini al mare e ha provocato il ferimento di alcune persone; esso si è avvertito lungo la costa siciliana nella zona di Milazzo e in quella campana nel porto di Marina di Camerota. Il maremoto è stato innescato da una frana sottomarina. E’ evidente che se l’onda anomala del 30 dicembre 2002 si fosse verificata 4-5 mesi prima (o dopo), durante la stagione estiva, i danni lungo le coste frequentate da migliaia di bagnanti, specialmente alle persone, sarebbero stati molto gravi. Gli eventi, elencati nel catalogo dei maremoti italiani riportato sul sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sono stati analizzati per individuarne le cause, ricostruire le aree interessate dai vari movimenti anomali del mare al fine di delimitare le zone costiere a rischio da tsunami e analizzare le disposizioni attuali per prevenire i danni. Un dato preoccupante è rappresentato dalla evidenza che ben 18 tsunami del passato (di diversa importanza) sono avvenuti nei mesi estivi che oggi costituiscono il classico periodo balneare caratterizzato da centinaia di migliaia di persone distribuite lungo le coste e le spiagge. E’ evidente che l’attuale spinta urbanizzazione e frequentazione estiva delle aree costiere renderebbe notevolmente più grave l’impatto di eventi simili a quelli storici. Le aree interessate sono le seguenti: Liguria (14 eventi); Stretto di Messina- Sicilia Orientale-Calabria meridionale tirrenica- Isole Eolie (23 eventi); Adriatico (10 eventi); Golfo di Napoli (10 eventi); Toscana (3 eventi); Sicilia settentrionale (2 eventi); Sicilia meridionale (2 eventi); Calabria settentrionale ionica (1 evento); Lazio (1 evento). La massima altezza che l’acqua marina ha raggiunto invadendo l’area emersa (Runup) è stata valutata tra 6 e 15 m (si ricordi che lo tsunami del 26 dicembre 2004 verificatosi in Indonesia determino runup massimo di alcune decine di metri di altezza)”.
“La correlazione – prosegue Ortolani – tra movimenti anomali del mare, eventi sismici, ubicazione delle strutture sismogenetiche ha consentito di individuare le seguenti cause dei maremoti italiani: terremoti generati da strutture sismogenetiche che interessano in parte l’area costiera emersa e sommersa (Calabria, Sicilia orientale, Gargano, Ancona); grandi e rapide frane sottomarine innescate prevalentemente da terremoti ed eruzioni; grandi frane costiere subaeree; accumulo antropogenico di terreno di riporto sul ciglio della scarpata continentale. La ricerca ha evidenziato che il maggior numero di eventi è stato provocato da grandi e rapide frane sottomarine innescate prevalentemente da terremoti avvenuti anche in aree distanti dalla costa. I fenomeni più gravi si sono verificati nel Tirreno Meridionale-Stretto di Messina-Sicilia Orientale. Il maremoto più disastroso, paragonabile per numero di vittime a quello avvenuto il 26 dicembre nel Sud Est Asiatico, nel Golfo del Bengala, è quello che si verificò circa 10 minuti dopo il sisma del 1908 che distrusse Reggio Calabria e Messina provocando decine di migliaia di morti. Lo studio aveva evidenziato fin dal 2005 che il maremoto del 1908 non fu provocato direttamente dal sisma, come si riteneva, ma da una grande frana sottomarina, verificatasi nello Stretto di Messina a sud di Reggio Calabria, che fu innescata dallo scuotimento sismico. Il dato preoccupante che si porge all’attenzione dei cittadini e dei rappresentanti delle istituzioni è che le aree costiere italiane a rischio da tsunami, già individuate con vari studi, ancora non sono tutelate da interventi strutturali preventivi né da attive misure di monitoraggio, di didattica e protezione civile. La ricerca espletata nelle aree più colpite dai maremoti del passato ha messo in luce che se si ripetesse oggi un evento simile durante il periodo balneare si registrerebbero scene drammatiche e luttuose simili a quelle verificatesi nel sud est asiatico durante il disastroso evento del 26 dicembre 2004. Il rischio da tsunami non è nemmeno preso in considerazione nei piani stralcio per la difesa dal rischio idrogeologico. E’ evidente che bisogna recuperare il tempo perso e attivare idonei interventi di prevenzione al fine di preparare le aree costiere e la popolazione ad affrontare il rischio ambientale derivante da potenziali maremoti. Alla luce dei risultati dello studio si evince l’importanza di elaborare linee guida per la valutazione del rischio da onda anomala delle aree costiere e dell’impatto ambientale sulle infrastrutture di notevole rilevanza (aereoporti, porti, centrali elettriche, impianti industriali, strade e ferrovie ecc.). Vanno altresì messi a punto e attivati adeguati sistemi di educazione ambientale (per es. come comportarsi qualora ci si trovi su una spiaggia d’estate e si avverta un terremoto, oppure si noti un improvviso e sensibile abbassamento del livello dell’acqua) monitoraggio marino e costiero ed elaborati i Piani di Protezione Civile Comunali tesi soprattutto a proteggere la popolazione durante il periodo balneare”.
“Temo – conclude amaramente il geologo napoletano – che per introdurre le necessarie “precauzioni” per stare più sicuri lungo le coste e le spiagge i rappresentanti delle istituzioni attenderanno il prossimo maremoto: speriamo che non sia disastroso.
http://www.reset-italia.net/2011/03/18/ ... o-tsunami/
Osservandola, perfino Ratzinger si convincerebbe di quanto sia necessario l'uso dei contraccettivi ( Matt Z Bass ).
Re: [O.T.] Scosse di terremoto
praticamente uguale a quella di stamattina alle 9...maspare ha scritto:5.9Pimpipessa ha scritto:quanto era stata di intensità la scossa della notte del 20 maggio?
Re: [O.T.] Scosse di terremoto
ciò che volevo dire è che la nuova normativa antisismica è recente. è entrata in vigore nelle costruzioni dal 2004 introducendo un sistema di calcolo detto "degli stati limite" che porta le verifiche, le misure antisismiche e di calcolo strutturali al livello del giappone.nik978 ha scritto:ma ci mancherebbe.. facci saperezio ha scritto:stavo scrivendo veloce nick.nik978 ha scritto:zio ha scritto:masuka....non generalizzare.
i controlli ci sono stati.
è evidente che se arriva un sisma vicino al 6 grado richter crolla metà italia. sismica o antisismica.
che facciamo? evacuiamo tutte le città italiane?.... ecocne un'altra.........
antisimica non crolla....quello fatto bene antisismico a tetto roba all'8 o più sia qui in cina che in giappone e anche in stati sudamericani dov emagari non te lo aspetti.. e tu ben sai che la magnitudo da 6 a 8 aumenta di tantissimo di energia.
va detto però che da 400 anni non si registrava una attività del genere in quelle zone...una piccola giustificazione
infatti stavo per cancellare e scrivere meglio.
ho sentito due scosse distintamente.
scusa ma preciso dopo quel che volevo dire.
....adesso devo capire dove sta la mia famiglia.
(...)
pertanto anche le buone regole del costruire (cordoli di fondazione, cordoli ai solai piani e cordolatura in copertura, aperture in pareti strutturali cerchiate con strutture in ferro, pochi aggetti, aperture nei muri portanti con spalla almeno della medesima dimensione dell'apertura, etc.) vengono di fatto superate dalla nuova norma, per la quale è stato stimato che l'osservazione della norma comporterà un aumento del 20% delle opere strutturali.
ecco che quindi a fronte della nuova normativa veramente antisismica (in emilia ripeto il territorio era classificato a Bassa sismicità fino al 2004 e non è che non si voleva costruire a regola d'arte - come è successo alla scuola nelle marche o all'aquila nella casa dello studente dove addirittura mancavano ferri e sembra che la sabbia usata fosse sabbia di mare...) chi può dire fino a che punto gli edifici resistono per terremoti che superino il 6 grado richter?
come hai detto l'energia dopo il 5 grado si sviluppa enormemente.
pertanto dai dati reali possiamo dire che in emilia gli edifici storici non resistono a sismi superiori al 5 grado.
ma le case costruite negli anni 80/90, cioè fino all'entrata in vigore della nuova normativa, fino a che grado resisteranno?
non voglio fare allarmismo. ma il punto adesso è quello della classificazione degli edifici in base alle prestazioni strutturali.
altrimenti possiamo andare a vivere nelle tende, se qualcuno vuol vivere al sicuro 100%.
ecco. però speriamo che le scosse smettano davvero.
la gente è provata. c'è un lavoro da ricostruire.
che fatica resistere alla paura e al lasciarsi andare.
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw