iltemplare83 ha scritto:
Mah... se lo dici ad uno svedese quello ti risponde che le tasse sono la cosa che permette a quel Paese di avere una delle qualità dei servizi più alte al mondo...
Chiaro, dovrebbero pagarle tutti e nessun politico dovrebbe mangiarci sopra.
Indubbiamente.
Cmq si sono rotti un pelino i coglioni anche gli Svedesi:
La Svezia taglia welfare e tasse e il pil fa +4,8%
Soltanto un paio di settimane la Svezia è stata al centro dell'attenzione dei media. Il governo liberale in carica ha, dopo un secolo di attesa, stracciato i socialdemocratici relegandoli a essere il secondo partito del paese.
Gli elettori hanno premiato il programma riformista dell'esecutivo capace di ridurre le tasse e tagliare il generoso welfare state del paese scandinavo. Un programma che inizia a dare i suoi frutti anche in termini di crescita economica. La Svezia, infatti, ha di nuovo rivisto al rialzo le stime sull'andamento del pil nel 2010 che, secondo l'ultima previsione governativa appena pubblicata, dovrebbe crescere del 4,8% per rimanere abbondantemente al di sopra del 3% di incremento annuo nel triennio 2011-2013. Migliorano anche gli indicatori della finanza pubblica. Il rapporto tra debito pubblico e pil, tanto analizzato in questa stagione di difficoltà per gli emittenti statali, scenderà al 34,6% quest'anno per atterrare al 25,7% nel 2013. Insomma, la Svezia adesso che ha deciso di tagliare i ponti con la stagione della spesa pubblica accompagnata dall'elevata tassazione, caratteristica della lunga stagione dei governi socialisti, appare trasformata in una mini locomotiva europea. Si tratta di numeri e risultati che meritano di essere ben analizzati. I soliti ben pensanti, quando si parla delle riforme svedesi, sottolineano il fatto che governare e riformare un medio paese come la Svezia è ben più facile di quanto non si possa fare in Italia o in Francia. Come se i diversi milioni di svedesi non avessero anche loro interesse a difendere i diritti acquisiti o i «piaceri» dello stato sociale. Riformare una qualsiasi comunità comporta sempre delle difficoltà, perché alcuni gruppi di cittadini, più o meno organizzati, si opporranno al cambiamento. Quello che è sicuramente interessante del caso Svezia è che, quando un governo con un programma serio e un team credibile decide di portare avanti una azione riformatrice, i risultati poi arrivano. Soprattutto l'esperienza scandinava insegna che, nella stagione dell'economia contemporanea riformare costi e servizi del welfare state novecentesco riducendo le tasse per restituire potere ai consumatori, serve molto per favorire la crescita economica. Se si desidera più sviluppo e più ricchezza pro capite da poter spendere, si deve accettare una minor intermediazione della mano pubblica nei flussi economici. Perfino gli ipersocialisti svedesi ne hanno preso atto e se ne sono allontanati senza alcun pentimento. Vediamo se e quanto il buon esempio riformista scandivano saprà contagiare l'Europa.