[O.T.] CULTURA, UNICA FONTE DI SALVEZZA

[mimo]

Grazie a tutti voi! Uno dei grossi problemi planetari (forse oggi come mai prima) consiste come sempre nell'informazione: da sempre, al suo posto, ci propinano una bella e anestetizzante propaganda. EVVIVA!

[faber-mi]

imho il discrimine vero è l'intelligenza non la cultura.

la cultura degli stupidi è il nozionismo.

Personalmente ho sempre considerato la cultura il mezzo per potere usare e sviluppare il nostro talento "intellettuale".

Senza un bravo maestro di musica nessun talentuoso musicista sarebbe comunque mai in grado di esprimersi.

Senza un bravo maestro di tennis nessun talentuoso tennista sarebbe comunque mai in grado di esprimersi.

La cultura, evidentemente non utilizzata come puro nozionismo (qui trattasi eventualmente di cultura riposta nelle mani di uno stupido, amen...), è ciò che ci permette di capirci, di decifrarci, di decifrare il mondo...a patto che la si sappia integrare con la realtà in cui viviamo.

Con un esempio concreto mi viene da dire che il celeberrimo "so di non sapere" di Socrate, se "utilizzato" verso noi stessi in maniera intelligente ci ricorda, ogni qualvolta ci sentiamo arrivati, fatti, finiti, compiuti...che la vera virtù sta nel non cadere mai nella tentazione di salire su quel podio che ci fossilizza, che cristallizza la nostra intelligenza e continuare invece, senza mai riuscire completamente a terminare in maniera definitiva il nostro processo evolutivo.

La cultura, quindi il conoscere ciò che ci ha preceduto e ciò che ci circonda, trovo sia l'unico aiuto che abbiamo per imparare a comprendere e comprenderci.

La cultura va usata, non mostrata.

E' un prezioso alleato.

In guerra il fucile, preziosissimo alleato, non lo si mostra...lo si usa.

[faber-mi]

dato che si parla di "unica fonte di salvezza", a me interessa sapere se esiste una cultura buona ed una cattiva. Nella storia ci sono fior di pensatori che hanno teorizzato razzismo e violenza.

Ad es. le tre opere di Louis-Ferdinand Céline: Bagatelles pour un massacre (1937), L'École des cadavres (1938) e Les Beaux draps (1941) sono accettabili?

Tutta la vita sono accettabili, perchè lo è Céline nel suo insieme.

Condivisibili, non condivisibili, amabili, odiabili...ma sempre di opere trattasi.

Non sono l'inno alla violenza cantato la domenica allo stadio da " Beppe nazi svastica" o "Luciano quarto reich", sono pur sempre il pensiero sviluppato ed argomentato di uno scrittore di valore assoluto.

Meritevoli quindi di contribuire alla formazione culturale di ciascuno di noi, prendendone le distanze dal pensiero se non condiviso.

[Helmut]

ed è il rimprovero costante di Helmut a noi "di sinistra": la cultura espressione di elitarismo, una posa per sentirsi superiori. per cui si finge di dolersi del rincoglionimento della massa per distinguersi in realtà da essa

Credersi eletti, pochi e superiori rapportandosi a una massa di inetti, ignoranti e imbecilli risulta, oltre che estrememente antipatico, alla luce di fatti essere di appena un gradino sopra i suddetti inetti, ignoranti e imbecilli.

Quando lavoravo nella multinaizonale mi raccontavano i commerciali che nei corsi di vendita veniva loro insegnato di parlare sempre bene dei prodotti concorrenti.

In modo da far risaltare il fatto che i "nostri" prodotti erano il meglio del meglio, l'eccellenza.

[Drogato_ di_porno]

La mia versione preferita di Amleto: quella del grandissimo, ineguagliabile Kenneth Branagh (insieme ad Al Pacino il mio attore preferito). Questo film lo vidi 4 volte al cinema: 2 nella versione da 4 ore e 2 in quella da due ore. Spettacolare.

[anxxur]

Però è scontato che, partecipando a topic come questo, si rischia sempre di fare la figura dello snob.

[Plo Style]

Senza un bravo maestro di musica nessun talentuoso musicista sarebbe comunque mai in grado di esprimersi.

Ci sono stati diversi jazzisti fondamentali che erano autodidatti.

Miles Davis, Les Mccann, Art Tatum ecc... hanno espresso altissima musica senza averne apparantemente le basi. Alcuni non erano in grado nemmeno di leggere il pentagramma (Chet Baker). Non avevano alcuna cultura musicale.

I jazzisti odierni, figli di lunghi studi al conservatorio, non raggiungono quelle vette.

Questo nello specifico della musica.

[zio]

mi pare ci sia una diffusa sensazione che la cultura sia espressione di pochi (i geni) e ad appannaggio di qualcuno.
Le citazioni che si sono fatte qui, ne sono un piccolo esempio.
in realtà così facendo si nasconde gran parte della realtà culturale. infatti nessuno dei nostri intellettuali oggi parla volentieri di Cultura Popolare.
solo Pasolini lo faceva convintamente e qualche isolato intellettuale cattolico ne parlava.
oggi poi si confonde la cultura popolare con i segni di una identità tipo la lingua o i simboli messi indiscussione dai movimenti sociali migratori.
ma avete esempi di resistenza della cultura popolare oggi?
oppure tutto è diventato massivamente gusto nazionalpopolare?

[faber-mi]

Senza un bravo maestro di musica nessun talentuoso musicista sarebbe comunque mai in grado di esprimersi.

Ci sono stati diversi jazzisti fondamentali che erano autodidatti.

Miles Davis, Les Mccann, Art Tatum ecc... hanno espresso altissima musica senza averne apparantemente le basi. Alcuni non erano in grado nemmeno di leggere il pentagramma (Chet Baker). Non avevano alcuna cultura musicale.

I jazzisti odierni, figli di lunghi studi al conservatorio, non raggiungono quelle vette.

Questo nello specifico della musica.

Ecco, appunto, di solito i luoghi comuni citati in fila sono...i jazzisti migliori erano autodidatti, i suonatori di blues suonano con il cuore e non con la tecnica, Bob Marley non ha mai studiato musica, mio cugino non sa leggere gli spartiti ma quando suona...
Manca solo che i neri hanno il ritmo nel sangue e poi siamo al completo.
Che jazzisti di spessore mondiale non abbiano frequentato il conservatorio non significa che non abbiano passato ore ed ore ed ore ed ore ed ore a studiare la musica.
Prendendo come riferimento di studio il proprio genere musicale, altri generi musicali, altri strumentisti.
Talento ed improvvisazione senza studio, metodo, fatica, lavoro, spirito di osservazione, istruzione...restano in un bel cassetto o, nella più fortunata ipotesi, servono a diventare il più bravo del palazzo.
La cultura, in ogni ambito, è ciò permette al nostro "io" di imparare ad apprendere i mezzi per esprimersi.
Senza i giusti mezzi resterà sempre un "io" muto, soffocato, incompleto, incompiuto.

[dostum]

dato che si parla di "unica fonte di salvezza", a me interessa sapere se esiste una cultura buona ed una cattiva. Nella storia ci sono fior di pensatori che hanno teorizzato razzismo e violenza.

Ad es. le tre opere di Louis-Ferdinand Céline: Bagatelles pour un massacre (1937), L'École des cadavres (1938) e Les Beaux draps (1941) sono accettabili?

IMHO Celine è bieco e poi ha quello stile di scrittura indigesto invece Drieu La Rochelle mi è parso dotato di una sua coerenza che ha portato sino alle estreme conseguenze.

[Plo Style]

Senza un bravo maestro di musica nessun talentuoso musicista sarebbe comunque mai in grado di esprimersi.

Ci sono stati diversi jazzisti fondamentali che erano autodidatti.

Miles Davis, Les Mccann, Art Tatum ecc... hanno espresso altissima musica senza averne apparantemente le basi. Alcuni non erano in grado nemmeno di leggere il pentagramma (Chet Baker). Non avevano alcuna cultura musicale.

I jazzisti odierni, figli di lunghi studi al conservatorio, non raggiungono quelle vette.

Questo nello specifico della musica.

Ecco, appunto, di solito i luoghi comuni citati in fila sono...i jazzisti migliori erano autodidatti, i suonatori di blues suonano con il cuore e non con la tecnica, Bob Marley non ha mai studiato musica, mio cugino non sa leggere gli spartiti ma quando suona...
Manca solo che i neri hanno il ritmo nel sangue e poi siamo al completo.
Che jazzisti di spessore mondiale non abbiano frequentato il conservatorio non significa che non abbiano passato ore ed ore ed ore ed ore ed ore a studiare la musica.
Prendendo come riferimento di studio il proprio genere musicale, altri generi musicali, altri strumentisti.
Talento ed improvvisazione senza studio, metodo, fatica, lavoro, spirito di osservazione, istruzione...restano in un bel cassetto o, nella più fortunata ipotesi, servono a diventare il più bravo del palazzo.
La cultura, in ogni ambito, è ciò permette al nostro "io" di imparare ad apprendere i mezzi per esprimersi.
Senza i giusti mezzi resterà sempre un "io" muto, soffocato, incompleto, incompiuto.

Ho semplicemente posto l'accento sul fatto che erano autodidatti. Non ho mai affermato che non abbiano fatto proprio lo spirito musicale del loro tempo, assorbito le influenze e le tecniche di altri musicisti e che non abbiano "sgobbato" sul loro strumento. Ti assicuro che anche il fatto che suonassero giorno e notte fino a farsi sanguinare le labbra è un gran bel luogo comune. Tutto qui. Chiudo l'OT musicale. Al quinto messaggio non posso permettermi un OT

[pan]

quando vedo citare guy debord ho un mezzo orgasmo

Allora questa o ti è sfuggita o ti ha sfinita.

viewtopic.php?f=2&t=30205&p=1171741#p1171741

[pan]

Cultura è il prodotto di geni e di cazzoni, pensate a Berlusconi e a noi italiani, per esempio.

Intelligenza è la capacità di distinguerli.

Sembra facile...

[launini]

Cultura è il prodotto di geni e di cazzoni, pensate a Berlusconi e a noi italiani, per esempio.

Intelligenza è la capacità di distinguerli.

Sembra facile...

Interessante!
E' determinante stabilire quali sono i geni e quali i cazzoni.

[jhonnybuccia]

concordo con pan.

mi pare che nell'intitolare il topic ci sia stato un disguido semantico.