e di Tesauro, ex garante della privacy e ATTUALE membro della Corte Costituzionale, uno strenuo difensore della Costituzione, nata, solo grazie al PCI, dalla lotta di popolo per cacciare l'invasore nazi-fascista of course, dicevo di Tesauro, uno di quelli che ha difeso strenuamente la COstituzione repubblicana, scagliandosi e votando contro l'innominabile, antidemocratico, golpista Lodo Alfano...nessuno dice nulla ?
Nelle carte anche un giudice della Corte costituzionale
Dalle intercettazioni dell' inchiesta sugli appalti della Protezione civile risulta anche un colloquio tra Antonio Di Nardo e Giuseppe Tesauro, giudice della Corte costituzionale. Di Nardo sarebbe «gestore occulto» del Consorzio Stabile Novus e, secondo i carabinieri, avrebbe rapporti con la criminalità organizzata.
http://archiviostorico.corriere.it/2010 ... 7015.shtml
Protezione civile / Le carte
L'uomo del ministero e l'aiuto del giudice
Le telefonate e gli incontri tra Antonio Di Nardo e Tesauro per il contenzioso sulla licenza a un’azienda
Le telefonate e gli incontri tra Antonio Di Nardo e Tesauro per il contenzioso sulla licenza a un’azienda
ROMA - Nella richiesta d’arresto dei funzionari della Protezione civile e dell’imprenditore accusati di corruzione, il suo nome è citato quasi di sfuggita, indicato come uno che ha contribuito a far avere un prestito di 100.000 euro (destinati amazzette, secondo l’accusa) a tassi usurari. E poi come «gestore occulto» del Consorzio Stabile Novus, un gruppo che secondo i carabinieri del Ros raccoglie anche imprese a cui sono interessati personaggi «contigui a strutture criminali di stampo mafioso finalizzate al controllo degli appalti pubblici»; il Consorzio Novus ha ottenuto un appalto da 12 milioni di euro per la realizzazione di un impianto per il nuoto, nella gestione «emergenziale» dei mondiali 2009. Lui si chiama Antonio Di Nardo, nato a Giugliano, in provincia di Napoli, 63 anni fa, dipendente del ministero delle Infrastrutture. Secondo l’indagine condotta finora dai magistrati di Firenze è in rapporti stretti con Francesco De Vito Piscicelli, quello che al telefono confessava di aver riso la notte del terremoto in Abruzzo, immaginando gli affari che ne potevano venir fuori. Anche Di Nardo, dal fiume di intercettazioni accumulate dagli investigatori, sembra un tipo molto interessato agli affari. E a parte le telefonate, i carabinieri hanno portato ai magistrati «ulteriori elementi di valutazione in ordine ai rapporti di Di Nardo con la criminalità organizzata campana e in particolare con soggetti vicini al clan camorristico dei Casalesi». Si tratta di rapporti antimafia di qualche anno fa, dove si indicano le relazioni pericolose di alcuni personaggi collegate a Di Nardo.
Le telefonate importanti
Nelle sue telefonate il poliedrico personaggio parla con uomini politici, costruttori, funzionari dello Stato, magistrati. Nomi importanti accostati ad altri semi-sconosciuti (ma noti alle cronache giudiziarie) che nelle relazioni dei carabinieri si susseguono uno dopo l’altro. In mezzo a due conversazioni del novembre 2008 con altrettanti imprenditori definiti «indiziati di mafia », ecco spuntare un colloquio con Giuseppe Tesauro, giudice della corte costituzionale. È la mattina del 28 novembre 2008, Di Nardo è in allarme per un contenzioso sulla licenza a una società a lui «occultamente riconducibile»: la «Soa nazionale costruttori - organismo di attestazione »; Tesauro chiede «come sono andate le cose», e lui risponde: «Poi ti spiego, più o meno sullo stesso principio dell’altra volta... Ti volevo far vedere delle cose un attimino...». Due ore dopo richiama: «Peppe scusami, domattina stai a casa? A che ora vuoi che mi vengo a prendere un caffè». Si accordano per le nove.
Socio e sentenza
Il problema della Soa nasceva da una presunta incompatibilità tra il ruolo di Di Nardo come socio e come dipendente del ministero, ma anche da una sentenza del Tar che ricordava alcuni sospetti sui suoi rapporti imprenditoriali. Poi il consiglio di Stato aveva rovesciato quel verdetto, ma evidentemente all’Autorità di vigilanza dei Lavori pubblici c’erano altre resistenze. In una telefonata del 7 ottobre 2008 il giudice Tesauro dice a Di Nardo: «Poi ho visto quella lettera che ti hanno fatto... va benissimo, no?... La lettera che ti hanno fatto sulla compatibilità... va molto bene, no?».
Il 24 febbraio 2009 Tesauro conferma un appuntamento per la cena, e Di Nardo avvisa il genero di portare la sentenza del consiglio di Stato. Due giorni dopo il giudice costituzionale chiama Di Nardo: «Ho ricevuto una telefonata con la quale mi si dice che tutto si è chiuso bene ». Il 6 marzo è ancora Tesauro a chiamare: «Ci possiamo vedere 5 minuti?». Si accordano per la domenica successiva, alle 9 del mattino, e il giudice chiede: «Poi è andato tutto bene, sì?», e Di Nardo: «Bene, bene, per ora sembra dì sì». Da altri amici il dipendente ministeriale-imprenditore aveva saputo che l’Autorità di Vigilanza aveva concesso l’autorizzazione alla «Soa», nonostante la contrarietà del presidente.
Di Nardo e Tesauro sono entrambi soci di una società chiamata «Il Paese del Sole Immobiliare, srl», in cui compaiono anche un direttore generale del ministero delle Infrastrutture e il giudice della Corte dei conti Mario Sancetta, attualmente presidente della Sezione regionale di controllo della Campania. I carabinieri hanno registrato molte telefonate fra Di Nardo e Sancetta, il quale mostra di muoversi bene nel mondo dell’imprenditoria e degli appalti. La mattina del 7 aprile 2009, a poche ore dal terremoto dell’Aquila, parla con Rocco Lamino (amico e socio di Di Nardo) e i carabinieri riassumono: «È pronto ad attivare i suoi contatti per far ottenere delle commesse in Abruzzo alle imprese riferibili a Di Nardo e Lamino», e Lamino assicura: «Presidè, noi siamo pronti a partire anche domani mattina». Subito dopo il giudice Sancetta parla con Di Nardo.
Sancetta: «Ma lì a L’Aquila chi è il provveditore?».
Di Nardo: «È questo di Roma... Lui c’ha competenza con l’Abruzzo».
Sancetta: «Aah, buono allora... non, non per altro... per vedere se si può attivare qualcosa, no?».
Di Nardo: «...Le disgrazie... certo che è così».
Sancetta: «No, dico, lì bisogna muoversi».
Nel pomeriggio Sancetta richiama e, parlando ancora dei lavori post-terremoto dice: «Per quelle opere lì... se dobbiamo attivarci è bene che si faccia subito...». Dalle telefonate si capisce che a settembre 2008 Sancetta ha chiesto l’intervento di Di Nardo, attraverso il coordinatore del Pdl Denis Verdini, per farsi nominare capo di gabinetto dal presidente del Senato Renato Schifani. Tra Di Nardo e Verdini s’intuisce una certa familiarità. Il 3 settembre 2008 l’imprenditore va a trovare il parlamentare. Dopo l’incontro Di Nardo parla con Luigi Cesaro, allora deputato del Pdl e oggi presidente della Provincia di Napoli; subito dopo chiama Francesco De Vito Piscicelli (sempre quello che rideva del terremoto) e, secondo la sintesi degli investigatori, «lo informa circa l’esito dell’incontro avuto con l’on. Verdini; il linguaggio è naturalmente allusivo, infatti Di Nardo evita di indicare in maniera diretta persone e cose, ma è chiaro che nel suo discorso fa riferimento all’on. Verdini, all’ingegner Balducci (il responsabile della stazione appaltante per i Grandi Eventi, arrestato una settimana fa) e ad appalti; Di Nardo racconta che l’on. Verdini gli ha fatto vedere i documenti che gli ha fatto pervenire l’ing. Balducci riferiti ai progetti degli appalti di loro interesse». L’incarico che voleva al Senato il giudice Sancetta non l’ha avuto, e forse anche per questo, il 3 luglio 2009, si lamenta con Rocco Lamino «colpevole di non mantenere gli impegni e di non essere riconoscente», annotano i carabinieri. E a proposito della controversia sulla «Soa» dice: «È venuto a casa mia e m’ha portato la questione della Soa... io ho chiamato il relatore in sua presenza, gli ho detto quello che doveva fare... quello ha fatto due pagine di ordinanza... è andata al Consiglio di Stato... ho parlato con questo... col relatore e gliel’hanno risolto... Dopodiché si è messo a fare storie, a chiacchierare, a raccontare frottole... ma i fatti io non li vedo...». Solo promesse, accusa Sancetta: «Sa che mi ha detto? "Ah, adesso a settembre scadono dei componenti dell’Autorità... lei può andare lì... ho parlato col professor Tesauro", come per farmi vedere che lui si interessa... Ma in questo modo mi prendi in giro?».
Giovanni Bianconi
17 febbraio 2010
http://www.corriere.it/cronache/10_febb ... aabe.shtml